“Grazie all’impegno dei laici il cristianesimo è giunto fino a noi”
"Chiediamo al Padre – suggerisce Papa Francesco -, che ha scelto di fare degli sposi la sua ‘vera scultura vivente, di effondere il suo Spirito su tutte le coppie cristiane perché, sull’esempio di Aquila e Priscilla, sappiano aprire le porte dei loro cuori a Cristo e ai fratelli e trasformino le loro case in chiese domestiche"

Se Papa Francesco, durante l’udienza generale di questa mattina in piazza San Pietro, ha soprattutto ammonito che «perseguitare gli ebrei non è né umano né cristiano», vista la recrudescenza dell’antisemitismo di questi ultimi giorni, ha riconosciuto anche l’importanza del ruolo dei laici nel cammino di evangelizzazione della Chiesa: «Tra i numerosi collaboratori di Paolo, Aquila e Priscilla o Prisca – ricorda il Papa – emergono come modelli di una vita coniugale responsabilmente impegnata a servizio di tutta la comunità cristiana e ci ricordano che, grazie alla fede e all’impegno nell’evangelizzazione di tanti laici come loro, il cristianesimo è giunto fino a noi. Pensate che il cristianesimo dall’inizio è stato predicato dai laici. Voi siete responsabili, per il vostro battesimo, di portare avanti la fede. Era l’impegno di tante famiglie, di questi sposi, di queste comunità cristiane, di fedeli laici che hanno offerto l’humus alla crescita della fede».
Una frase quest’ultima, ripresa da Papa Benedetto XVI: «È bella questa frase – sottolinea il Pontefice -, “I laici danno l’humus alla crescita della fede”». Quindi il Santo Padre ha proseguito, invitando alla preghiera i 14 mila fedeli presenti in piazza San Pietro alla preghiera: «Chiediamo al Padre – suggerisce Papa Francesco -, che ha scelto di fare degli sposi la sua ‘vera scultura vivente’ – credo che qui ci siano i nuovi sposi. Ci sono? Ce ne sono, lì? Eccoli! Ascoltate voi la vostra vocazione: voi dovete essere la vera scultura vivente – di effondere il suo Spirito su tutte le coppie cristiane perché, sull’esempio di Aquila e Priscilla, sappiano aprire le porte dei loro cuori a Cristo e ai fratelli e trasformino le loro case in chiese domestiche».
Una “bella parola” secondo il Papa, che ha concluso la catechesi a braccio: «Una casa – precisa – è una chiesa domestica, dove vivere la comunione e offrire il culto della vita vissuta con fede, speranza e carità. Dobbiamo pregare questi due santi, perché ci insegnino nella nostra famiglia a essere come loro, una chiesa domestica, dove c’è l’humus perché la fede cresca».