La Settimana Santa 2021
La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha recentemente diffuso una Nota circa le celebrazioni della Settimana Santa 2021, al fine di «offrire alcune semplici linee guida per aiutare i Vescovi nel loro compito di valutare le situazioni concrete e di provvedere al bene spirituale di pastori e fedeli nel vivere questa grande Settimana dell’anno liturgico».
«Stiamo ancora affrontando il dramma della pandemia di Covid-19 che ha portato molti cambiamenti anche nel consueto modo di celebrare la liturgia. Pensate per tempi normali, le norme e le direttive contenute nei libri liturgici non sono interamente applicabili in momenti eccezionali come questi. – spiega la Nota – Pertanto il Vescovo, quale moderatore della vita liturgica nella sua Chiesa, è chiamato a prendere decisioni prudenti affinché le celebrazioni liturgiche possano svolgersi con frutto per il popolo di Dio e per il bene delle anime a lui affidate, nel rispetto della salvaguardia della salute e di quanto prescritto dalle autorità responsabili per il bene comune».
Il Cardinale Prefetto, Robert Sarah, ha pertanto fatto riferimento al Decreto emesso in data 25 marzo 2020 dal medesimo Dicastero per la Settimana Santa dello scorso anno, invitando gli Ordinari a rileggerlo «in vista delle decisioni che dovranno prendere circa le prossime celebrazioni pasquali nella particolare situazione del loro Paese». A queste indicazioni, si aggiungono per il nostro Paese quelle emanate della CEI, nel rispetto del Protocollo stipulato con il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell’Interno del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico.
Riguardo la Domenica delle Palme – che quest’anno cadrà il 28 marzo – «la Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia celebrata con la seconda forma prevista dal Messale Romano. Dove si ritiene opportuno si utilizzi la terza forma, che commemora in forma semplice l’ingresso del Signore in Gerusalemme», escludendo dunque, in ogni caso, la processione prevista dalla prima forma. La Conferenza Episcopale Italiana, inoltre, ricorda di evitare gli assembramenti e che in nessun modo ci sia consegna o scambio di rami da mano a mano.
Per la Messa Crismale – celebrata la mattina del Giovedì Santo o, secondo la consuetudine in alcune Diocesi come quella di Pescara-Penne, il mercoledì pomeriggio – la Congregazione permette anche che venga spostata in un altro giorno più adatto, e comunque entro il Tempo di Pasqua, affinché «vi partecipi una significativa rappresentanza di pastori, ministri e fedeli».
Durante la Messa in Coena Domini – il Giovedì Santo, 1 aprile – anche quest’anno sarà omessa la Lavanda dei piedi. A differenza di quanto previsto dal più restrittivo Decreto vaticano dello scorso anno, i Vescovi italiani dispongono che «al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento potrà essere portato, come previsto dal rito, nel luogo della reposizione in una cappella della chiesa dove ci si potrà fermare in adorazione, nel rispetto delle norme per la pandemia, dell’eventuale coprifuoco ed evitando lo spostamento tra chiese al di là della propria parrocchia». Si sconsiglia dunque, per evitare improvvisi affollamenti, di rinunciare alla tradizionale “visita ai sepolcri” nelle chiese diverse da quelle di appartenenza.
Circa il Venerdì Santo – il 2 aprile –, «nella preghiera universale i Vescovi avranno cura di predisporre una speciale intenzione per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti». Non ci sarà, per ovvi motivi sanitari, l’adorazione della Croce nelle consuete modalità: «L’atto di adorazione della Croce mediante il bacio sia limitato al solo presidente della celebrazione».
La Veglia pasquale – Sabato Santo, 3 aprile –, a differenza dello scorso anno, «potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco».
Per quanto riguarda le processioni e le altre espressioni della pietà popolare, la CEI dispone che «sia il Vescovo diocesano ad offrire le indicazioni convenienti».
Riguardo l’uso dei social media, la Nota della Congregazione suggerisce «di facilitare e privilegiare la diffusione mediatica delle celebrazioni presiedute dal Vescovo, incoraggiando i fedeli impossibilitati a frequentare la propria chiesa a seguire le celebrazioni diocesane come segno di unità». La Conferenza Episcopale Italiana, inoltre, «raccomanda che l’eventuale ripresa in streaming delle celebrazioni sia in diretta e mai in differita e venga particolarmente curata nel rispetto della dignità del rito liturgico. I media della CEI – a partire da Tv2000 e dal Circuito radiofonico InBlu2000 – copriranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre».
Infine, il Dicastero vaticano «incoraggia la preparazione di adatti sussidi per la preghiera in famiglia e personale, valorizzando anche alcune parti della Liturgia delle Ore». I Vescovi italiani hanno già indicato il sito www.unitinellasperanza.it quale «possibile riferimento anche per la sussidiazione, offerta dall’Ufficio Liturgico Nazionale e con contributi provenienti dal territorio».