“Servono risposte serie ai problemi ambientali, non sottovalutazione”
"A partire da Acerra - propone monsignor Antonio Di Donna, presidente della Conferenza episcopale campana - nasca un coordinamento tra le 78 diocesi interessate dal problema dell’inquinamento ambientale. La Chiesa italiana metta l’impegno ambientale nelle sue priorità pastorali"
A sei anni dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco sabato 17 aprile si interrogherà, con un convegno online dal titolo “Custodire le nostre terre”, sulla ricezione del documento e sull’impatto della mancata cura del Creato sulla salute della popolazione, sull’ambiente e sulle dinamiche sociali e lavorative. Un’iniziativa, quest’ultima, promossa dalla Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute, dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dagli Uffici nazionali per la pastorale della salute e per i problemi sociali e il lavoro, e dalla Caritas italiana. Il convegno è organizzato in collaborazione con la diocesi di Acerra e altre nove Chiese della Campania: «L’attenzione alla salute e alle persone è anche attenzione all’ambiente, alla società e ai poveri – premette monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute -. Il convegno sarà una tappa per far maturare un’attenzione particolare verso questi temi in ambito ecclesiale, facendola entrare nella pastorale ordinaria. Quindi, l’appuntamento di sabato sarà un segno e uno stimolo anche nei confronti della società civile rispetto a questi temi».
Un’attenzione all’ambiente alla quale, secondo il presule, devono spingerci anche “Next generation Eu” e il nuovo Ministero della Transizione ecologica: «È importante – sottolinea monsignor Redaelli – far crescere la consapevolezza che salute, ambiente e lavoro sono tre realtà connesse tra di loro, non sono un’alternativa». Questo perché se, da un lato, le Chiese non hanno direttamente competenze tecniche, dall’altro in questo settore un ruolo significativo lo hanno «i laici, illuminati dal Vangelo – aggiunge l’arcivescovo -, per individuare i passi concreti da fare nella concretezza, nell’ottica del bene comune. È la sfida che ci aspetta come Chiesa».
Un tema, quello affrontato nel convegno di sabato, molto vicino a quello della prossima Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto: «Anche se in questo caso – precisa monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro – l’attenzione è focalizzata sulla Terra dei fuochi, una situazione drammatica che mette a repentaglio la vita delle persone e la custodia del Creato, a vantaggio della massimizzazione del profitto. Servono risposte serie e urgenti alle problematiche ambientali, nella Terra dei fuochi come a Taranto, mentre c’è, purtroppo, una sottovalutazione di queste problematiche. E questo è grave. Se non si cambia rotta nel 2050 i problemi saranno gravissimi e nel 2100 irrecuperabili». Intervenendo poi sull’ex Ilva, monsignor Santoro ha rimesso al centro la questione lavoro e la necessità di una riconversione delle persone impegnate nella produzione dell’acciaieria e nell’indotto: «Tutto è connesso – ribadisce il presule della diocesi pugliese -. Il cuore della Chiesa è vicino a ogni sofferenza, sia dal punto di vista della denuncia che delle proposte».
Secondo il vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana monsignor Antonio Di Donna, in tema ambientale il ruolo della Chiesa è stata rilanciata dall’enciclica Laudato si’: «La Chiesa – osserva – ha ascoltato il grido della terra e dei poveri, come dice Papa Francesco, e, di fronte alla debolezza della politica e delle istituzioni, è diventata punto di riferimento per le persone. Con il convegno di sabato, Acerra diventa luogo simbolo della Terra dei fuochi, ma parteciperanno le 78 diocesi italiane che sono interessate dal fenomeno dell’inquinamento ambientale, che riguarda trasversalmente tutto il nostro Paese». Quindi monsignor Di Donna ha ricordato il cammino che già da anni stanno compiendo le 10 diocesi campane comprese in un territorio tra Napoli e Caserta, la cosiddetta Terra dei fuochi, ad iniziare dalla Laudato si’ e dalle denunce del popolo: «Siamo impegnati – conferma il presule campano – anche sul fronte dell’educazione alla custodia del Creato nelle comunità. Se non entra nei cammini di fede, nelle omelie, nella pastorale ordinaria c’è il rischio che resti un argomento di élite. In quella che i vescovi delle 10 diocesi hanno chiamato “Operazione verità”, si è cercato di comprendere il fenomeno, analizzandolo. Ad esempio, si passa dall’allarmismo ingiustificato al negazionismo irragionevole, restando, come dice il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, nell’immobilismo. L’anno scorso a Teano abbiamo promosso anche un incontro con i sacerdoti, poi le nostre attività sono state fermate dall’emergenza sanitaria».
Tra le idee lanciate dal presidente della Conferenza episcopale campana, c’è anche quella di elaborare «un sussidio catechistico e un osservatorio ad hoc, oltre alla necessità di riprendere il dialogo con le istituzioni, perché da questa situazione si esce solo se tutti insieme. Anche se sta crescendo una sensibilità ambientale, c’è ancora troppa sottovalutazione». Infine un monito: «Il convegno di sabato – auspica monsignor Antonio Di Donna – non sia un episodio isolato, ma, a partire da Acerra nasca un coordinamento tra le 78 diocesi interessate dal problema dell’inquinamento ambientale. La Chiesa italiana metta l’impegno ambientale nelle sue priorità pastorali».
Il convegno, che sarà trasmesso sui canali Youtube della CEI e dell’Ufficio per la pastorale della salute nonché sulla pagina Facebook della CEI – verrà aperto con i saluti del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, di Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra, di monsignor Di Donna, monsignor Redaelli e monsignor Santoro. Dopo alcune video testimonianze padre Francesco Occhetta, docente della Pontificia Università Gregoriana, offrirà un “Bilancio teologico-pastorale della Ricezione della Laudato si’” a sei anni dalla sua pubblicazione, Ernesto Burgio, medico Pediatra, membro di European Cancer and Environment Research Institute (Bruxelles) e di Science of Consciousness Group (Università di Padova) si soffermerà su “Ambiente e salute: dalla genetica all’epigenetica” e Francesca Di Maolo, Presidente Istituto Serafico di Assisi, si concentrerà su “Lavoro, tra ambiente e salute”. Al termine dell’evento sarà resa pubblica una dichiarazione congiunta conclusiva.