No green pass, Cei: “Comportamenti lontani da Vangelo e Costituzione”
Per il Consiglio episcopale permanente della Cei, inoltre, anche la riaffermazione del “diritto all’aborto” e «la prospettiva – sottolinea - di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente vanno nella medesima direzione»
Si celebrerà domenica 6 febbraio 2022 la 44ª Giornata nazionale per la vita, per la quale ieri il Consiglio episcopale permanente della Conferenza episcopale italiana ha diffuso il suo messaggio dal titolo “Custodire ogni vita. ‘Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse“ (Gen 2,15)” : «Al di là di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza – scrivono i presuli -, la pandemia ha messo in luce numerose fragilità a livello personale, comunitario e sociale. Non si è trattato quasi mai di fenomeni nuovi; ne emerge però con rinnovata consapevolezza l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita».
Nel messaggio appare il richiamo alle parole di Papa Francesco “nessuno si salva da solo, ci si può salvare unicamente insieme”, in riferimento alle quali il Consiglio episcopale permanente afferma: «Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione».
Da qui il riferimento alle “categorie più deboli” che maggiormente hanno sofferto per via della pandemia: «Nuove generazioni e anziani – precisano -. Le prime perché hanno subito importanti contraccolpi psicologici e non riescono tuttora a guardare con fiducia al proprio futuro; gli anziani, vittime in gran numero del Covid-19, non pochi ancora oggi in una condizione di solitudine e paura, faticando a ritrovare motivazioni ed energie per uscire di casa e ristabilire relazioni aperte con gli altri».
Il messaggio ha poi rivolto l’attenzione sull’aumento delle fragilità sociali con la crescita del numero di famiglie – soprattutto giovani e numerose – in povertà assoluta, della disoccupazione, della conflittualità domestica. Il pensiero poi è andato ai “popoli poveri”, ancora poco vaccinati. Quindi la Cei, tornando al tema centrale del messaggio, ha espresso la propria gratitudine alle «Moltissime persone – riconosce – che si sono impegnate a custodire ogni vita, sia nell’esercizio della professione, sia nelle diverse espressioni del volontariato, sia nelle forme semplici del vicinato solidale. Alcuni hanno pagato un prezzo molto alto per la loro generosa dedizione».
In seguito i vescovi sono tornati a parlare della pandemia, criticando i cortei e le proteste dei giorni scorsi – che hanno generato numerosi contagi – del popolo dei “no green pass”: «Non sono mancate manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità – stigmatizzano i presuli -, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti. Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione».
Per il Consiglio episcopale permanente della Cei, inoltre, anche la riaffermazione del “diritto all’aborto” e «la prospettiva – sottolinea – di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente vanno nella medesima direzione». Per i vescovi, invece, il vero diritto da rivendicare è un altro: «È quello che ogni vita, terminale o nascente – ribadiscono -, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia. È quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione. La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita è quella della custodia, come dimostra l’esperienza che quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza».