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Crisi di Governo: “Non serve, ne pagheremmo tutti le conseguenze”

"Non si tratta di minimizzare la realtà o ignorare le differenze - osservano le associazioni -: la democrazia è anche conflittualità non violenta tra posizioni spesso divergenti. La politica ha il compito di attraversare il conflitto per trovare la migliore soluzione, le elezioni non sono comunque lontane a venire ma in questo momento ci sono molti cantieri aperti (Pnrr, Decreto semplificazioni, misure urgenti per i redditi bassi, crisi energetica) e le troppe urgenze dettate dal bene comune reclamano che le conflittualità siano gestite e trovino rapidamente un’intesa"

È l’appello rivolto al premier Mario Draghi, e all’Esecutivo, da associazioni e movimenti cattolici e non

Mario Draghi, presidente del Consiglio dei ministri - Foto: Presidenza del Consiglio dei ministri

Anche le associazioni e i movimenti cattolici e non, nello specifico Acli, Arci, Azione cattolica italiana, Confcooperative, Cnca, Fuci, Gruppo Abele, Legambiente, Legacoop sociali, Libera, Meic, Movimento politico per l’unità, hanno unito la loro voce a quella del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che già aveva espresso preoccupazione per la crisi di governo in corso: «Noi – scrivono -, rappresentanti di associazioni, movimenti e organizzazioni della società civile esprimiamo profonda e sincera preoccupazione per la crisi di governo appena aperta».

Da qui il loro appello rivolto al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e alle forze politiche che l’hanno sostenuto, affinché venga scongiurata una crisi di Governo: «Aldilà delle differenti valutazioni che vi possano essere su responsabilità ed operato degli attori in campo – osservano le associazioni -, riteniamo che la drammaticità del momento e le tante domande di dignità della società non abbiano bisogno di una crisi perché ne uscirebbero ancora più compromesse. Ne pagheremmo tutti le conseguenze, soprattutto chi già è o sarà più colpito dal convergere, in una tempesta perfetta, di più crisi lontane dall’essere risolte, come la guerra globale, l’esodo dei rifugiati e di tanti poveri, l’inflazione e l’esplosione delle diseguaglianze, la pandemia e le devastazioni conseguenti alla crisi climatica e alle violenze sull’ambiente. Il tutto mentre nel nostro Paese crescono in modo preoccupante poteri criminali, corruzione e mafie».

Per questo le associazioni e i movimenti si appellano al buon senso dei protagonisti: «Chiediamo al presidente del Consiglio Mario Draghi e alle forze politiche che l’hanno sostenuto – si legge nella missiva – di trovare prontamente una composizione delle differenti posizioni. Non si tratta di minimizzare la realtà o ignorare le differenze: la democrazia è anche conflittualità non violenta tra posizioni spesso divergenti. La politica ha il compito di attraversare il conflitto per trovare la migliore soluzione, le elezioni non sono comunque lontane a venire ma in questo momento ci sono molti cantieri aperti (Pnrr, Decreto semplificazioni, misure urgenti per i redditi bassi, crisi energetica) e le troppe urgenze dettate dal bene comune reclamano che le conflittualità siano gestite e trovino rapidamente un’intesa. Noi porteremo avanti nella società, con sempre maggior impegno, le nostre istanze e le nostre proposte di cambiamento economico e sociale, ma ora una crisi non serve a nessuno».

About Davide De Amicis (4179 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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