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“La missione non è solo di chi parte, ci coinvolge tutti nel quotidiano”

"In diocesi e nella Chiesa in generale - sottolinea don Massimo Di Lullo -, è anche vero che viviamo una crisi della missione ad gentes. Basti pensare che anche nella nostra diocesi abbiamo una ventina di missionari sparsi nel mondo, di diverse congregazioni, però sono quasi tutti ultrasettantenni, ottantenni, novantenni. Quindi sono tanti anni che non ci sono più missionari, fratelli e sorelle, che partono. Per cui preghiamo il Signore affinché non ci si chiuda nelle diocesi, pur riconoscendo il bisogno di missione che c’è anche qui da noi"

Lo ha affermato don Massimo Di Lullo, direttore dell’Ufficio missionario diocesano di Pescara-Penne, introducendo l’ottobre missionario

Don Massimo Di Lullo, direttore dell'Ufficio missionario diocesano

È iniziato ieri il mese di ottobre, il mese missionario che la Chiesa vivrà fino alla Giornata mondiale delle missioni di domenica 23 riflettendo sul tema “Di me sarete testimoni” (At 1,8) Vite che parlano”. Una ricorrenza che quest’anno coincide con il 400° anniversario di fondazione della Congregazione de Propaganda Fideoggi denominata “per l’Evangelizzazione dei Popoli” e il 200° anniversario della creazione dell’Opera della Propagazione della Fede: «Il tema – ricorda don Massimo Di Lullo, direttore dell’Ufficio missionario diocesano, intervistato da Radio Speranzaè tratto dal messaggio che Papa Francesco dedica ogni anno a questo appuntamento. E nel messaggio di quest’anno il Papa ci ricorda che tutti i discepoli sono testimoni. Un aspetto che magari riteniamo un po’ scontato, perché quando pensiamo ai testimoni pensiamo particolarmente gli apostoli, a chi ha avuto una conoscenza diretta di Gesù. In realtà però siamo qui in quanto discepolo siamo tutti testimoni, dovunque siamo, dovunque andiamo. E la Chiesa, come dice il Pontefice con una frase molto bella e molto forte, “non ha altra missione se non quella di evangelizzare”. Inoltre, il Pontefice denota anche che la forma plurale “Di me sarete sarete testimoni” sottolinea ancora di più il carattere comunitario, ecclesiale, della chiamata missionaria. Questi i due aspetti che il Santo Padre voleva evidenziare, che siamo tutti testimoni in quanto discepoli e che questa chiamata è plurale, cioè comunitaria, ecclesiale».

Un mese, l’ottobre missionario, che anche la Chiesa di Pescara-Penne vivrà al meglio facendo una premessa: «Essendo nel secondo anno del Sinodo – osserva don Massimo -, dedicato ad un ascolto ancora più approfondito, sarebbe bello metterci in ascolto di chi ha alle spalle anni di missione. D’altra parte, in diocesi e nella Chiesa in generale, è anche vero che viviamo una crisi della missione ad gentes. Basti pensare che anche nella nostra diocesi abbiamo una ventina di missionari sparsi nel mondo, di diverse congregazioni, però sono quasi tutti ultrasettantenni, ottantenni, novantenni. Quindi sono tanti anni che non ci sono più missionari, fratelli e sorelle, che partono. Per cui preghiamo il Signore affinché non ci si chiuda nelle diocesi, pur riconoscendo il bisogno di missione che c’è anche qui da noi».

La locandina ufficiale della Giornata missionaria mondiale

In particolare la proposta diocesana si articolerà nella settimana compresa tra il 17 e il 23 ottobre: «Vivremo appuntamenti quotidiani, in parrocchie diverse e con proposte diverse. Saremo nelle parrocchie di San Camillo de Lellis a Villa Raspa di Spoltore martedì 18 ottobre in orario da confermare, Santa Lucia a Cepagatti giovedì 20 ottobre alle 20.30 e Sant’Antonio di Padova a Montesilvano sabato 22 ottobre alle 15 per un appuntamento dedicato ai ragazzi, per condividere momenti di preghiera o comunque di animazione e poi concludere con l’animazione della messa domenicale, presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, il 23 ottobre alle 11 nella parrocchia dello Spirito Santo a Pescara». Inoltre, nella mattinata di giovedì 20 ottobre, gli operatori dell’Ufficio missionario diocesano approfondiranno la tematica anche con gli studenti del Liceo “Bertrando Spaventa” di Città Sant’Angelo: «L’idea – spiega il presbitero – è quella di far nascere la consapevolezza di questa vocazione missionaria che abbiamo tutti, che non è solo di chi prende la valigia e parte, ma che riguarda nel nostro quotidiano. La società in cui viviamo è cambiata, perché mentre ieri vivevamo in un contesto cristiano, oggi non possiamo più dare per scontato che le persone che incontriamo lo siano. Non solo perché vengono da Paesi versi, non solo perché vengono da altre nazioni e magari hanno religioni diverse, ma anche tra noi stessi italiani non possiamo più dare per scontato che si conosca il Vangelo, che si conosca Gesù. Per cui la nostra testimonianza diventa importantissima già qui, dovunque siamo, nel fare la fila al supermercato, sull’autobus, ovunque. Così ci sembrava bello, quindi, proporre momenti di riflessione, d’incontro sul messaggio del Papa, su alcuni testi biblici, dove potersi confrontare per far crescere reciprocamente questa questa consapevolezza di questa chiamata che abbiamo ricevuto nel battesimo».

In riferimento alla Giornata missionaria mondiale di domenica 23, don Massimo Di Lullo ha rivolto un auspicio: «Sarebbe bello – auspica il presbitero – che in tutte le comunità parrocchiali, almeno quella domenica, fosse una messa un po’ missionaria. In realtà non sarebbe neanche difficile. Per esempio, ci è stata consegnata una preghiera per questo giorno e sarebbe bello darla all’inizio della messa a chi entra, magari dando vita ad un momento di accoglienza iniziale alle persone che vengono ammesse, dicendo semplicemente “Buongiorno”, consegnando questa preghiera che poi si potrebbe leggere dopo la comunione. Oppure, la settimana prima, si potrebbero avvisare i fedeli che la domenica successiva ricorrerà la Giornata missionaria mondiale, consegnando la bustina delle offerte e aggiungendo qualche intenzione di preghiera. Inoltre, tutti i sacerdoti hanno ricevuto l’“Animatore missionario”, dove ci sono delle preghiere proposte per tutti i continenti».

Successivamente, il direttore dell’Ufficio missionario diocesano è tornato a parlare della crisi della missione sia all’interno delle nostre Chiese locali che all’estero: «Sarebbe bello che le difficoltà che abbiamo non ci portino a chiudere il cuore – auspica don Massimo -. Sarebbe bello se si sentisse anche un po’ questo desiderio di partire. Non tutti siamo chiamati a farlo ovviamente, ma sarebbe bello setra le varie vocazioni ci fosse anche quella missionaria. È chiaro che, come dicevo, comincia da noi e quello che cerchiamo di fare è una maggior sensibilizzazione. Veramente la missione è ovunque e sarebbe bello che nascessero vocazioni, anche semplicemente per vivere un’esperienza. Prima capitava spesso che, fra le varie attività estive proposte ai ragazzi, ci fosse anche un’esperienza missionaria, così capitava più spesso che anche lavoratori vivessero delle esperienze missionarie che toccano il cuore. Anche se è vero che noi qui viviamo in un momento difficile, però vivere la bellezza della Chiesa, l’universalità della Chiesa, la cattolicità della Chiesa, anche facendo esperienze in comunità che sono dall’altra parte del globo, aiuta tantissimo. Noi abbiamo fatto esperienza con l’Albania, la missione decennale in questo Paese ci ha arricchito tantissimo. Ho visto che i ragazzi che hanno vissuto questa esperienza, che sono venuti in Albania in questi anni, che hanno visto una settimana o anche più di servizio o di condivisione o semplicemente di conoscenza della realtà, sono tornati a casa molto arricchiti in questa missione. Veramente ti fa tornare a casa con il cuore pieno della stessa Chiesa, che si declina in modo diverso, nonché di incontri, volti e persone. È un’esperienza bellissima la missione in questo senso».

Infine, il direttore dell’Ufficio missionario diocesano ha rivolto un invito ai credenti pescaresi e non solo: «Invito i credenti – conclude don Massimo Di Lullo – a riscoprire la bellezza di essere testimoni e di essere una comunità missionaria, mentre invito i non credenti a lasciarsi interrogare dalla bellezza della fede. C’è stato un uomo 2000 anni fa che ha lasciato un tale profumo di sé che ancora oggi attira tantissime persone a seguirlo».

L’intervista di Radio Speranza
About Davide De Amicis (4379 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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