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“Amare sempre, tutti: è la via di Gesù per costruire la pace in terra”

"La vera sfida, per essere figli del Padre e costruire un mondo di fratelli – conclude Papa Francesco -, è imparare ad amare tutti, anche il nemico. Ciò, in realtà, significa scegliere di non avere nemici, di non vedere nell’altro un ostacolo da superare, ma un fratello e una sorella da amare. Amare il nemico è portare in terra il riflesso del Cielo, è far discendere sul mondo lo sguardo e il cuore del Padre, che non fa distinzioni, non discrimina, ma “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”

Papa Francesco pronuncia la santa messa allo stadio di Awali, in Bahrein

È stata una proposta audace quella avanzata stamani da Papa Francesco nell’omelia della santa messa presieduta al Bahrain National Stadium ad Awali, nel suo secondo giorno di viaggio apostolico nel Paese arabo: «Ecco che cosa ci domanda il Signore – osserva -. Non di sognare irenicamente un mondo animato dalla fraternità, ma di impegnarci a partire da noi stessi, cominciando a vivere concretamente e coraggiosamente la fraternità universale, perseverando nel bene anche quando riceviamo il male, spezzando la spirale della vendetta, disarmando la violenza, smilitarizzando il cuore. Gesù chiede di amare come ha amato Lui. Come? In modo incondizionato. Non soltanto quando le cose vanno bene e ci sentiamo di amare, ma sempre; non soltanto nei riguardi dei nostri amici e vicini, ma di tutti, anche dei nemici. Sempre e a tutti. Amare sempre e amare tutti: riflettiamo un po’ su questo».

Il Pontefice ha poi avvertito tutti del rischio di vivere «un amore sentimentale o romantico come se nelle nostre relazioni umane non esistessero momenti di conflitto e tra i popoli non vi fossero motivi di ostilità». A tal proposito, il Santo Padre ha parlato di rapporti quotidiani dove, spesso, si fronteggiano, anche dentro di noi, “amore e odio”, “la luce e le tenebre”, ma poi è tornato a parlare di quanto avviene ai nostri giorni: con «esercizi del potere – denuncia – che si nutrono di sopraffazione e violenza, che cercano di aumentare il proprio spazio restringendo quello degli altri, imponendo il proprio dominio e limitando le libertà fondamentali, opprimendo i deboli. Dunque esistono conflitti, oppressioni e inimicizie».

In balia di questo contesto, secondo Papa Bergoglio, la domanda da porsi è “Cosa fare quando ci troviamo a vivere situazioni del genere?”: «La proposta di Gesù – ribadisce Francesco – è sorprendente, ardita, audace. Egli chiede ai suoi il coraggio di rischiare in qualcosa che sembra apparentemente perdente. Chiede di rimanere sempre, fedelmente, nell’amore, nonostante tutto, anche dinanzi al male e al nemico. La semplice reazione umana ci inchioda all’“occhio per occhio, dente per dente”, ma ciò significa farsi giustizia con le stesse armi del male ricevuto. Gesù osa proporci qualcosa di nuovo, di diverso, di impensabile, di suo».

I fedeli al Bahrain National stadium di Awali

È questo l’insegnamento biblico del porgere l’altra guancia: «Ci saranno frizioni – riconosce il Papa -, momenti di tensione, conflitti, diversità di vedute, ma chi segue il Principe della pace deve tendere sempre alla pace. E non si può ristabilire la pace se a una parola cattiva si risponde con una parola ancora più cattiva, se a uno schiaffo ne segue un altro. No, serve “disinnescare”, spezzare la catena del male, rompere la spirale della violenza, smettere di covare risentimento, finire di lamentarsi e di piangersi addosso. Serve restare nell’amore, sempre. È la via di Gesù per dare gloria al Dio del cielo e costruire la pace in terra. Amare sempre, amare tutti».

Un atteggiamento, quest’ultimo, da non riservare solo a coloro che ci sono più vicino: «Se si appartiene alla stessa famiglia o alla stessa nazione – aggiunge il Pontefice -, se si hanno le stesse idee o gli stessi gusti, se si professa lo stesso credo, è normale cercare di aiutarsi e di volersi bene. Ma che cosa succede se chi è lontano si avvicina a noi, se chi è straniero, diverso o di altro credo diventa nostro vicino di casa? Proprio questa terra è un’immagine viva di convivialità delle diversità, del nostro mondo sempre più segnato dalla permanente migrazione dei popoli e dal pluralismo di idee, usi e tradizioni».

Per questo, a detta del Santo Padre, è importante accogliere la provocazione di Gesù “Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?”: «La vera sfida, per essere figli del Padre e costruire un mondo di fratelli – conclude Papa Francesco -, è imparare ad amare tutti, anche il nemico. Ciò, in realtà, significa scegliere di non avere nemici, di non vedere nell’altro un ostacolo da superare, ma un fratello e una sorella da amare. Amare il nemico è portare in terra il riflesso del Cielo, è far discendere sul mondo lo sguardo e il cuore del Padre, che non fa distinzioni, non discrimina, ma “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”».

About Davide De Amicis (4532 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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