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“Con la guerra uccidiamo l’umanità e i rifiuti tossici arrivano sulla terra”

"Abbiamo voluto riprendere una tradizione – ricorda Giuseppe Scorrano, presidente di Coldiretti Pescara -, che è la festa di ringraziamento provinciale. Ci tenevamo in maniera particolare perché Coldiretti è un'associazione di categoria agricola che , anche da statuto, è legata alla nostra Chiesa cattolica. E questo legame indissolubile che c'è, tra la figura dell’agricoltore e la Chiesa, nasce da una cooperazione e da una comunione"

È il monito espresso la scorsa domenica dall’arcivescovo Valentinetti, che a Pianella ha presieduto la santa messa della Giornata provinciale del ringraziamento organizzata da Coldiretti

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia

Centinaia di agricoltori provenienti da buona parte delle località della provincia di Pescara, la scorsa domenica mattina, si sono riuniti a Pianella (Pescara) per celebrare la Giornata provinciale del ringraziamento, promossa dalla Conferenza episcopale italiana e organizzata da Coldiretti Pescara.

La chiesa di Sant’Antonio Abate gremita di agricoltori

Un appuntamento iniziato con la santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, che ha concelebrato con i padri carmelitani nella chiesa di Sant’Antonio Abate nel centro storico: «Dal lontano 1951 – ricorda l’associazione di categoria – è da sempre una festa identitaria della Coldiretti che, con la partecipazione attiva a queste celebrazioni, si riunisce per riflettere sui significati più autentici alla base dell’attività agricola, valorizzando l’importanza del nostro settore anche attraverso questi momenti di riflessione e preghiera comune. Ci apprestiamo a celebrare e vivere una giornata che, anno dopo anno, con immutato entusiasmo e partecipazione, ci ritrova uniti per esprimere il nostro grazie per i frutti ricevuti in questa annata agraria e per rivolgere una sentita preghiera per quella da poco iniziata. Il messaggio scelto dalla Conferenza episcopale italiana per celebrare la 73ª Giornata del ringraziamento è “Lo stile cooperativo per lo sviluppo dell’agricoltura”. I vescovi incaricati della pastorale sociale del lavoro, attraverso questo messaggio, ci invitano a creare anche nell’esercizio delle nostre attività quello spirito cooperativistico che non ci fa sentire concorrenti, ma fratelli in quanto la cooperazione educa a lavorare insieme per realizzare il bene comune e per elaborare nuove vie di sviluppo e crescita. Inoltre, la cooperazione in agricoltura è perfettamente incentrata sugli obiettivi di crescita del mondo rurale e del tessuto produttivo agroalimentare. Siamo chiamati ad unire le nostre forze, a fare squadra, a cooperare in ogni settore. Ed è questo che la nostra Coldiretti fa ogni giorno e ci spinge ogni giorno a fare. Viviamo dunque al meglio questa giornata, mettendo in pratica l’invito dei vescovi a creare, nell’esercizio del nostro lavoro, quello stile di vita che non ci fa sentire concorrenti, ma fratelli».

Dopo questo messaggio introduttivo, il presule ha iniziato la celebrazione: «In questa terza domenica del tempo ordinario – premette l’arcivescovo Valentinetti -, facendo memoria anche di Sant’Antonio Abate la cui festa è stata pochi giorni fa, noi vogliamo celebrare i divini misteri e chiedere perdono se non abbiamo avuto questo spirito che ci è stato, in qualche modo, suggerito all’inizio della messa che si basa sulla fraternità, sulla fratellanza universale. Papa Francesco ha scritto una bellissima enciclica su questo argomento, la “Fratelli tutti”, ma quanto siamo lontani dall’essere fratelli tutti! Ce ne stiamo rendendo conto anche con i conflitti in atto che, lungi dall’essere la possibilità di riconoscersi fratelli, ci stanno facendo sempre indicare l’uno all’altro come il nemico. Ed è il tarlo, ed è la situazione peggiore che l’umanità possa attraversare. E allora, con questo auspicio così bello che ci è stato dato all’inizio della messa, umilmente riconosciamo i nostri peccati».

Monsignor Valentinetti benedice un asino

Nell’omelia, traendo spunto dalla Parola di Dio, l’arcivescovo di Pescara-Penne ha ampliato maggiormente il tema al centro della giornata e non solo: «C’è immediatamente da porsi una domanda – osserva -. Perché Gesù sceglie alcuni uomini, alcune donne per stare con lui? Poteva condurre la sua missione da solo, eppure avete ascoltato che ce ne sono immediatamente quattro che vengono cooptati subito. Sono Simone e Andrea e poi Giacomo e Giovanni. E così tutti gli altri che conosciamo bene. Li copta, perché Gesù era convinto innanzitutto che da solo, umanamente parlando, avrebbe potuto fare poco».

Da qui l’importanza della comunione e della condivisione: «Come sarebbe bello – riflette monsignor Tommaso Valentinetti – che uno spirito cooperativistico potesse informare anche il lavoro della terra all’inizio di questa celebrazione, tema scelto dai vescovi italiani. Così Gesù ha capito che da solo non poteva fare molto, che doveva farsi dei compagni, degli amici, che doveva aggregare a sé alcuni che durante la sua vita, dopo la sua vita e poi nei secoli successivi, potessero annunciare la Parola di verità, il Vangelo. E il contenuto del Vangelo è semplice, “Il Regno dei cieli è vicino, convertitevi e credete al Vangelo”. Il Regno dei cieli è Lui, è Lui il Signore che si è già avvicinato. A noi e a quelli delle generazioni precedenti il cammino della conversione, ricominciare da capo sempre, avere il coraggio di ricominciare da capo. La conversione è proprio questo. Il Signore non guarda al passato, il Signore guarda al presente e guarda al futuro e dobbiamo avere sempre il coraggio, nonostante i nostri limiti, di ricominciare da capo. E credere al Vangelo, ma anche qui il Vangelo è Lui. È Lui, è Gesù il Vangelo. Vivere come Gesù, amare come Gesù, sperare come Gesù, impegnarsi per gli ultimi, per i poveri, per gli ammalati come Gesù. Questo significa convertirsi e credere al Vangelo, ma esiste una conversione personale. Ognuno di noi si deve continuamente convertire. Sicuramente, non siamo santi. Io ho bisogno di conversione. I padri carmelitani si devono convertire pure loro. Vi dovete convertire tutti, tutti ci dobbiamo convertire».

Ma la conversione da attuare, per il presule, non è solo spirituale: «C’è una conversione politica che bisogna fare – ammonisce -. Scusate, non voglio dire assolutamente partitica, ma politica sì. Scelte di conversione per il bene dell’umanità. Stamattina (domenica per chi legge) in televisione, mentre facevo colazione, ho avuto modo di vedere il programma sul terzo canale sullo spreco e i rifiuti alimentari che si buttano tutti i giorni, soprattutto i frutti della terra. Ho visto quanto sia difficile per le organizzazioni di volontariato e di recupero di questi beni, poterne usufruire a favore degli ultimi. Ed è impressionante vedere, alla chiusura dei mercati, gli anziani, i poveri, con le loro borse, andare a rovistare nei cassonetti. Tutto questo filmato, visto in televisione. Ma ci stiamo pensando a quanti soldi stiamo spendendo per le armi? Quanti milioni di euro, miliardi di euro, e di dollari, si stanno spendendo per uccidere l’umanità? Eppure nessuno alza un dito, tutti sono d’accordo che bisogna fare la guerra. Non è così. Non è così che ci si converte, non è così che si capisce qual è il bene dell’umanità».

L’arcivescovo di Pescara-Penne benedice un trattore

Quindi il presule ha rivolto un secondo avvertimento: «Noi – accusa – stiamo uccidendo l’umanità, la stiamo massacrando perché tutto questo poi, a livello di rifiuti pericolosi, sapete dove va a finire? Va a finire sulla terra, va a finire sulle vostre terre, non proprio direttamente, s’intende. Ma i rifiuti tossici, i rifiuti nucleari vanno a finire sulla terra e la terra è stufa, è stufa di ricevere i rifiuti tossici. Allora, un sussulto di umanità, un sussulto di politica seria, un sussulto di verità alla luce di quello che dice Papa Francesco nella “Fratelli tutti”, così come dicevo all’inizio della messa».

A questo punto, l’arcivescovo di Pescara-Penne ha speso importanti parole di vicinanza verso Papa Francesco, oggetto da tempo di forti attacchi: «Ultimamente – constata l’alto prelato – sembra che quando parla Papa Francesco, di qualsiasi cosa dica, ci sia qualche cretino che debba che dire che non è vero. Non c’è stato mai un Papa così contestato così come questo Papa negli ultimi decenni. Ma la Chiesa si regge su una piramide che lui dice essere rovesciata, dove c’è in alto il popolo e in basso l’autorità, ma c’è sempre un’autorità. E se la Chiesa cattolica ha 2024 anni di vita, lo deve all’unità intorno al Papa, chiunque egli sia e chiunque sia stato».

Quindi l’invito finale del presule: «E allora fratelli – conclude monsignor Valentinetti -, un sussulto di umanità, un sussulto di fede, un sussulto di impegno di tutti insieme per creare un mondo nuovo, per creare una società nuova, per creare una verità nuova, una conversione nuova di cui abbiamo bisogno a livello personale, ma anche a livello comunitario. Ninive, la grande città visitata da Giona si è convertita. Speriamo che anche la nostra grande città di questo mondo, prima o poi, si converta e cambi rotta. Amen». 

Annabruna Giansante, vice sindaca di Pianella

Al termine della santa messa, non sono mancati alcuni saluti istituzionali, a partire da quello portato dalla vice sindaca Annabruna Giansante, in rappresentanza del sindaco Taddeo Manella: «Pianella – ricorda l’amministratrice comunale – è un comune che ha una storia, una tradizione agricola molto antica e radicata. Qui si coltiva da sempre la terra con amore e rispetto, producendo frutti di qualità e di eccellenza. Cito, ad esempio, l’olio extravergine di oliva del triangolo d’oro vestino. Un olio che ha ottenuto il riconoscimento Dop aprutino-pescarese e che rappresenta una delle nostre ricchezze. Oggi il mondo dell’agricoltura si è evoluto, puntando sempre più sulla sostenibilità, sull’innovazione e sulla valorizzazione dei prodotti tipici del nostro territorio. L’agricoltura è una delle principali attività economiche della nostra regione, che genera occupazione, reddito e sviluppo. L’agricoltura è anche una delle principali garanti della salvaguardia ambientale del nostro paesaggio, che va tutelato e valorizzato come patrimonio comune. L’agricoltura, infine, è una delle principali espressioni della nostra cultura e della nostra identità, che va tramandata e rinnovata nella nuova generazione. Oggi non possiamo non ricordare che il settore agricolo è chiamato ad affrontare una delle sfide più urgenti ed impegnative, quella del cambiamento climatico. Un fenomeno che si sta diffondendo anche nelle condizioni ambientali in cui operiamo, rendendo più difficili e incerte le nostre attività, mettendo a rischio le nostre colture e i nostri allevamenti. Eventi estremi che abbiamo sperimentato anche nel nostro territorio, con gravi danni e perdite economiche. Di fronte a questa situazione, gli agricoltori non si sono arresi ma hanno reagito con coraggio e determinazione, adottando strategie di adattamento e mitigazione per continuare a garantire prodotti di qualità e sicurezza alimentare. Per questo, voglio ringraziare tutti gli agricoltori del nostro territorio che con la loro grande esperienza, devozione e cura, ci offrono prodotti eccellenti dal punto di vista enogastronomico e con il loro lavoro quotidiano, contribuiscono alla crescita economica e alla salvaguardia ambientale, dimostrando di essere veri custodi della nostra terra».

Giuseppe Scorrano, presidente di Coldiretti Pescara

Quindi è intervenuto il presidente di Coldiretti Pescara Giuseppe Scorrano: «Abbiamo voluto riprendere una tradizione – ricorda -, che è la festa di ringraziamento provinciale. Ci tenevamo in maniera particolare perché Coldiretti è un’associazione di categoria agricola che , anche da statuto, è legata alla nostra Chiesa cattolica. E questo legame indissolubile che c’è, tra la figura dell’agricoltore e la Chiesa, nasce da una cooperazione e da una comunione. Questa è la realtà agricola del nostro territorio. Questo stile cooperativistico, utilizzando le parole dei vescovi italiani, è uno dei valori importanti che dobbiamo mantenere come agricoltori, perché usciamo da un’annata molto complessa. Prima il vice sindaco citava i cambiamenti climatici. Forse l’agricoltura è uno dei settori che percepisce per primo quelli che sono i cambiamenti climatici e vediamo che, effettivamente, abbiamo difficoltà in diverse produzioni. Però, nel contempo, l’agricoltore che vive il territorio deve saper trovare la sua energia, il modo per continuare a coltivare sempre meglio. La Coldiretti e tutti gli agricoltori lavorano devono continuare a farlo in comunione. Io credo che la Coldiretti e gli agricoltori stanno continuando a lavorare per un sistema che sia attento a quella che è la natura. Spesso sentiamo nei telegiornali parlare dell’Europa per tutte le iniziative e le normative che devono tutelare l’ambiente. L’agricoltura lo fa già, lo ha sempre fatto e continuerà a farlo. A volte qualcuno vuole far passare il messaggio che l’agricoltura inquina e ha un impatto ambientale. L’agricoltura è il primo presidio che abbiamo sull’ambiente, se è fatta bene, e vi posso garantire che l’Italia in questo senso è la nazione in cui ci sono maggiori restrizioni per quanto riguarda il prodotti che si possono utilizzare. E questo è intrinseco nella nostra cultura e nel nostro modo di fare agricoltura. Quindi l’agricoltura italiana lavora in tal senso e la nostra comunità, anche qui a Pianella, è molto legata alla tradizione agricola e questo deve essere un vanto. Oggi per me è una grande emozione, perché oggi ci troviamo a festeggiare la Giornata del ringraziamento provinciale e io, per la prima volta, mi trovo qui davanti a voi come presidente provinciale di Coldiretti e ciò mi carica anche di responsabilità perché ci sono diverse sfide che dobbiamo affrontare. Ma con la comunità e la comunione, penso che queste sfide le possiamo affrontarle e vincerle».

Roberto Rampazzo, direttore di Coldiretti Abruzzo

Infine è stato il direttore di Coldiretti Abruzzo Roberto Rampazzo a presiedere la consegna di un dono speciale all’arcivescovo Valentinetti: «Anche quest’anno – afferma il dirigente dell’associazione dei coltivatori diretti – come Coldiretti in tutta Italia ai 228 vescovi a Natale, insieme alla Confartigianato, abbiamo consegnato una statuina che rappresenta la trasmissione del saper fare, perché sia noi che gli artigiani i padri e i nonni trasmettono ai figli e ai nipoti l’arte del saper fare. Così anche noi la consegniamo a Sua Eccellenza».

Il dono della statuetta all’arcivescovo Valentinetti
L’arcivescovo Valentinetti con la statuetta donata da Coldiretti e Confartigianato

Ad illustrare ciò che la statuina rappresenta è stato il presidente provinciale di Pescara, nonché regionale, di Confartigianato Giancarlo Di Blasio: «La statuina – spiega – rappresenta un maestro vasaio ed è emblematica, perché raffigura la trasmissione del sapere. Insegna al ragazzo come tornire la terracotta e realizzare un vaso. Può sembrare qualcosa di altri tempi, ma vi assicuro che non può essere mai così attuale questa statuina, perché descrive la trasmissione del sapere. Quel sapere che purtroppo stiamo perdendo. Io vedo sempre più attività che stanno abbassando la serranda, perché appunto non c’è più nessuno che vuole imparare il sapere. Questa è la realtà, per cui è un piacere donare a Sua Eccellenza questa statua».

L’arcivescovo Valentinetti, da parte sua, ha accolto con piacere il dono, assicurando che il prossimo Natale la statuina entrerà a far parte del suo presepe napoletano. Al termine, lo stesso arcivescovo Valentinetti è stato protagonista di un grande bagno di folla, benedicendo dapprima gli animali e poi i trattori dei tanti agricoltori presenti a Pianella.

About Davide De Amicis (4383 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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