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Due anni di guerra tra Russia e Ucraina: “L’unica strada da percorrere è la pace”

"Due anni di violenze, di crisi economica, di incapacità da parte della comunità internazionale di trovare soluzioni alle controversie che non prevedano l’uso delle armi - constata Caritas Italiana in una nota diffusa ieri -. In questa situazione, la comunità cristiana si è messa a fianco delle vittime e delle persone che hanno perso tutto o sono state costrette ad abbandonare la loro terra. Il lavoro di animazione e di accompagnamento da parte delle Caritas nazionali ucraine, di Caritas Italiana e delle Caritas diocesane è stato enorme"

Don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana

Sabato 24 febbraio 2024 ricorreranno i due anni dall’invasione russa in Ucraina e della conseguente guerra tra i due Paesi. Un triste anniversario ricordato da Caritas italiana, in prima linea fin da subito nel supportare la macchina degli aiuti umanitari, e il suo direttore don Marco Pagniello: «Questi due anni confermano, se ancora ce ne fosse bisogno – afferma il presbitero -, l’insensatezza della guerra che porta solo morte e distruzione. Con il nostro impegno, che coinvolge tante comunità sia in Italia che all’estero, non vogliamo solo dare una risposta concreta ai bisogni della popolazione ucraina, ma dimostrare che, come non smette mai di ricordarci Papa Francesco, l’unica strada da percorrere è quella della pace e della conciliazione tra i popoli. Non stanchiamoci mai di continuare su questa strada e preghiamo perché cessino presto violenze e distruzioni».

Due anni di guerra, sofferenza e violenza: «Due anni di violenze, di crisi economica, di incapacità da parte della comunità internazionale di trovare soluzioni alle controversie che non prevedano l’uso delle armi – constata Caritas Italiana in una nota diffusa ieri -. In questa situazione, la comunità cristiana si è messa a fianco delle vittime e delle persone che hanno perso tutto o sono state costrette ad abbandonare la loro terra. Il lavoro di animazione e di accompagnamento da parte delle Caritas nazionali ucraine, di Caritas Italiana e delle Caritas diocesane è stato enorme». In un comunicato e con un’infografica, sono stati poi riassunti i principali dati che fotografano questi due anni di guerra: 6,4 milioni di persone sono rifugiate all’estero, 14,6 milioni hanno bisogno di assistenza, 3,7 milioni gli sfollati all’interno del Paese. Caritas Italiana ha partecipato all’intervento della rete Caritas internazionale in supporto di Caritas Ucraina e Caritas-Spes con servizi di accoglienza e di protezione, assistenza medica, kit igienici e alimentari, contributi in denaro. Dei 24.325.914,15 euro raccolti (al 31 dicembre 2023), tra cui un milione da parte della Cei (fondi 8xmille), due terzi sono già stati spesi (15.690.744,38 euro). Il resto è destinato a progetti da realizzarsi nell’anno in corso e nei prossimi anni.

Tra i contributi spesi 4.926.879,91 euro sono andati a progetti di sostegno in Ucraina e Paesi limitrofi e 10.763.864,47 euro a progetti di accoglienza in Italia. Caritas italiana ha inoltre ricordato come, dall’inizio del conflitto, molte diocesi italiane si siano impegnate per assicurare un’accoglienza adeguata alle persone in fuga. A tal proposito, sono state molteplici le attività organizzate a livello locale: accoglienza, raccolta beni di prima necessità, assistenza sanitaria, accompagnamento psicologico. Le strutture maggiormente utilizzate sono: appartamenti, parrocchie, famiglie, istituti religiosi, centri di accoglienza. Sono state migliaia le persone accolte dalla rete ecclesiale italiana, attraverso il progetto “Apri Ucraina” promosso da Caritas Italiana. Il progetto ha coinvolto 100 diocesi e ha permesso di accogliere oltre seimila persone. E sono state organizzate anche delle vacanze solidali, che hanno permesso a quasi 650 bambini ucraini (e ai loro accompagnatori) di trascorrere alcune settimane serene in Italia.

About Davide De Amicis (4523 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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