A Civitella Casanova un anno di festa per l’anniversario della consacrazione a Maria
"Invito tutti – afferma don Norbert Maoko, parroco di Civitella Casanova - a partecipare a queste solenni e sacre celebrazioni e quindi a unirsi nella preghiera comune perché la Madre della Divina Grazie, tanto venerata dal popolo civitellese, possa sempre accogliere ciascuno di noi sotto il Suo manto, ottenendo per noi dal Figlio Suo e nostro Dio le grazie più elette: pace nelle nostre famiglie, sostegno per i nostri giovani, conforto per i malati, aiuto agli anziani, beatitudine eterna per chi “volle consacrar fin dai remoti secoli umil devoto Altar”
La comunità cristiana di Civitella Casanova (Pescara) si appresta a vivere un anno di particolari ricorrenze, che cadono in questo 2024 che Papa Francesco ha voluto fosse l’Anno della preghiera alla vigilia del Giubileo, il ventennale del patrocinio Mariano e il settantesimo della consacrazione al Suo Cuore Immacolato. Anniversari che verranno celebrati con un tempo di intensa preghiera, aperto da una santa messa che – sabato 24 febbraio 2024 alle 10 nella chiesa della Cona – presiederà il già vicario generale dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne e parroco della Cattedrale di San Cetteo monsignor Francesco Santuccione. Per l’occasione, l’immagine della Beata Vergine Maria delle Grazie sarà solennemente esposta alla devozione dei fedeli e rivestita del tesoro aureo, testimonianza della secolare maternità che il popolo civitellese le ha sempre riconosciuto e attribuito.
Nel 2022 anche il Papa emerito Benedetto XVI, volle inviare un rosario con il suo stemma pontificio per l’immagine della Vergine: «Infatti – spiega don Norbert Maoko, parroco di Civitella Casanova -, il 24 febbraio 2004 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, durante il Pontificato di San Giovanni Paolo II, decretava la Beata Vergine Maria delle Grazie patrona della comunità di Civitella Casanova. Un atto solenne richiesto alla Santa Sede dall’allora arcivescovo Francesco Cuccarese, che già nell’anno precedente si era espresso favorevolmente a questa elezione, ma che in realtà era sempre stato vivo nel cuore dei tanti fedeli. L’allora archivista diocesano don Giuseppe Di Bartolomeo, in una nota del maggio 2003, relazionava come tra i volumi e le carte sciolte delle “Sacre Visite” dalla metà del ‘500 alla metà del secolo scorso, concordano sul titolo della parrocchia civitellese: “Santa Maria della Pietà”, o “della Misericordia” e da ultimo “Santa Maria delle Grazie”. Questa ricerca storico-archivista unita alla forte pietà popolare, testimoniata anche dalla principale festività che la comunità vive da secoli nei giorni a seguire la Pentecoste e dedicati alla Madonna delle Grazie, portarono la Santa Sede ad esprimersi eleggendo la Vergine Santa a celeste Patrona».
Un documento che, nella sua ufficialità e sacralità, è comunque una formalità per i parrocchiani che da sempre hanno posto le proprie gioie e lacrime sotto il manto della “Mamma del Cielo”. Culmine della devozione alla Santa patrona civitellese saranno i giorni della festa Patronale, dai vespri delle Pentecoste al martedì seguente, che quest’anno cadranno il 19, 20 e 21 maggio: «Un tempo di grazia – ricorda don Norbert -, dove ciascuno potrà ottenere l’indulgenza plenaria».
A fine settembre questo periodo di celebrazioni si concluderà con una santa messa solenne presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, in ricordo della consacrazione della parrocchia al Cuore Immacolato di Maria – avvenuta nel settembre 1954, anno mariano voluto dall’allora Pontefice Pio XII: «Invito tutti – conclude il parroco di Civitella Casanova – a partecipare a queste solenni e sacre celebrazioni e quindi a unirsi nella preghiera comune perché la Madre della Divina Grazie, tanto venerata dal popolo civitellese, possa sempre accogliere ciascuno di noi sotto il Suo manto, ottenendo per noi dal Figlio Suo e nostro Dio le grazie più elette: pace nelle nostre famiglie, sostegno per i nostri giovani, conforto per i malati, aiuto agli anziani, beatitudine eterna per chi “volle consacrar fin dai remoti secoli umil devoto Altar”».