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“Oggi invece che moltiplicare i pani, si moltiplicano le armi”

"Forse – rilancia l’arcivescovo di Pescara-Penne - c'è fame di ricostruire idealità più serene, idealità più vere che non prendano a pretesto ogni occasione per un vilipendio alla religione, che non prendano occasione - in situazioni particolari - di riaffermare una libertà che probabilmente non è libertà, ma è un boomerang che si ritorce contro l'umanità. Se questa è la risposta a chi ha fame veramente, fratelli, sorelle, faccio una considerazione molto amara, non ci dobbiamo meravigliare se poi succedono fatti di sangue così come sono successi nella nostra città, per una mancanza di dimensione educativa di adultità"

Lo ha affermato ieri a Pescara l’arcivescovo Valentinetti, presiedendo la santa messa nell’ambito dei festeggiamenti in onore di Sant’Andrea Apostolo

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia

Ieri mattina una grande partecipazione di fedeli, come avviene tradizionalmente ogni anno, ha caratterizzato la santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti nell’ambito dei festeggiamenti in onore di Sant’Andrea Apostoloall’interno dell’omonima chiesa di Pescara, dove non sono mancate le autorità civili e militari tra cui il sindaco Carlo Masci, il prefetto Flavio Ferdani, il questore Carlo Solimene e il presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo Lorenzo Sospiri.

Le autorità e i fedeli presenti in chiesa

Nell’omelia della liturgia eucaristica, concelebrata dal parroco Padre Carlo Mattei, il presule ha avviato la sua riflessione partendo dal Vangelo del giorno della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Gv 6,1-15): «Deve essere stato un miracolo – osserva il presule – che ha molto impressionato quelli che seguirono Gesù e anche gli stessi evangelisti che hanno redatto i Vangeli. Infatti è l’unico miracolo che viene raccontato in tutti e quattro i Vangeli per ben sei volte, due in Marco, due in Matteo, una in Luca e una in Giovanni. Fu veramente impressionante la possibilità di dar da mangiare a tante persone con pochissimi pani e pochissimi pesci. , il contesto – così come è narrato in questo brano evangelico di Giovanni – è pasquale. Era vicina la Pasqua dei Giudei. Sappiamo che nella Pasqua i giudei usavano i pani, ma i pani azzimi, cioè non lievitati, probabilmente gli stessi pani che Gesù ha usato nell’ultima cena, nella Pasqua, nell’ultima Pasqua che Lui ha vissuto con i suoi discepoli. Dunque, il testo è sicuramente prefigurazione della Pasqua. Il pane spezzato, e continua ad essere spezzato nel mistero eucaristico, che sazia la fame spirituale di ogni vivente, di ogni credente».

Quindi l’arcivescovo Valentinetti ha proseguito facendo una rilettura dell’episodio biblico secondo il paradigma dell’atteggiamento umano di Gesù: «“Si preoccupò per tanta folla”. “Dove troveremo tutto il pane perché costoro abbiano da mangiare?” – cita l’alto prelato – E al riscontro fatto di mezzucci dei discepoli, di cui uno Andrea che festeggiamo oggi, Gesù reagisce con una moltiplicazione di pani e di pesci. 200 denari, 5 pani, 2 pesci. Ma che cos’è questo per tanta gente? L’impossibilità umana di fronte alla quantità, di fronte alla realtà che in qualche modo bussa alla porta del cuore di Gesù e alla porta del cuore dei discepoli».

A questo punto, riportando il significato del testo nel nostro contesto attuale, monsignor Valentinetti si è chiesto di che cosa ha bisogno l’umanità: «Che pure è affamata – sottolinea l’arcivescovo -, che pure vorrebbe seguire Gesù, che pure vorrebbe intravedere in desideri spirituali una risposta alle proprie ansie, alle proprie situazioni difficili? Beh, è inevitabile dirlo, c’è ancora fame di tanto pane sulla faccia della terra. I tanti popoli dell’opulenza non riescono ancora a far raggiungere la sufficienza alimentare ai popoli della non opulenza. C’è ancora una grande sperequazione. Ma i popoli dell’opulenza sono oltremodo non dico colpevoli, ma si dovrebbero interrogare, perché oggi invece che moltiplicare i pani, si stanno moltiplicando le armi, si stanno moltiplicando i mezzi di istruzione di massa. E forse, invece, l’umanità chiede che si moltiplichi pane, condivisione, benessere, pace, perché questo è quel che risponde al desiderio profondo dell’uomo».

L’effige di Sant’Andrea con la guardia dei marinai della Guardia costiera e il gonfalone della Città di Pescara

Ma non solo: «Forse – rilancia l’arcivescovo di Pescara-Penne – c’è fame di ricostruire idealità più serene, idealità più vere che non prendano a pretesto ogni occasione per un vilipendio alla religione, che non prendano occasione – in situazioni particolari – di riaffermare una libertà che probabilmente non è libertà, ma è un boomerang che si ritorce contro l’umanità. Se questa è la risposta a chi ha fame veramente, fratelli, sorelle, faccio una considerazione molto amara, non ci dobbiamo meravigliare se poi succedono fatti di sangue così come sono successi nella nostra città, per una mancanza di dimensione educativa di adultità. E a 360 gradi, perché non è solo responsabilità nostra, ma è responsabilità di un mondo che sta perdendo la capacità di dire risposte, così come quei discepoli che non sapevano veramente che pesci prendere. E rifugiarci ancora una volta, forse, nelle mani di Colui che tutto può, che tutto sa, che tutto può moltiplicare, bontà, pace, amore, misericordia, benevolenza, Parola di Dio, Parola di Dio».

A tal proposito, il presule ha invitato i fedeli a compiere un esame di coscienza, ponendo alcuni interrogativi: «Noi – ricorda monsignor Valentinetti – moltiplichiamo l’Eucarestia tutti i giorni e tutte le domeniche, ma quanto poco moltiplichiamo la Parola di Dio, che dovrebbe ritornare ad essere nei gangli profondi della nostra storia e del nostro credere? Conosciamo il Vangelo? E come lo conosciamo? Quali sono gli approfondimenti che facciamo tutti i giorni sulla parola del Signore? Questa è la nostra vita. Gesù vuole moltiplicare il pane eucaristico e il pane della Parola. Vuole moltiplicare un pane che sazi la fame dello spirito e di spirito oggi c’è bisogno. Non c’è bisogno di materialità, non c’è bisogno di cadute di stile, c’è bisogno di tanta forza spirituale per risorgere, purtroppo, lo dico con molta rammarico, molto spesso da ceneri che fanno paura».

L’avvio della processione di Sant’Andrea

Infine l’auspicio: «Che il Signore – conclude l’arcivescovo Valentinetti -, per intercessione di Sant’Andrea, ci conceda un sussulto di umanità, un sussulto di spiritualità. Ci conceda un sussulto di vero amore, di vera sapienza, di vera benevolenza e soprattutto, condividendo la preoccupazione di Gesù “Dove troveremo tutto quello che è necessario, perché costoro abbiano da mangiare”. Amen».

Al termine della santa messa, come da tradizione, l’effige di Sant’Andrea Apostolo è stata portata in processione dapprima attraverso le strade di Borgo marino nord e infine è stata issata sul motopesca “Marco” per la processione in mare, seguita da un corteo di barche e pescherecci, che dapprima solcato il mare antistante la riviera nord e poi quello la riviera sud di Pescara. La conclusione con il rientro nel porto canale, accompagnato dai fuochi pirotecnici.

About Davide De Amicis (4655 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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