Sostenibilità: “É urgente delineare un nuovo umanesimo planetario”
"Tutti e tutto - ricorda monsignor Paglia - siamo accolti in quella casa comune che è il nostro pianeta con la sua terra, il suo mare e il suo cielo. È un dato oggettivo che ci avvolge e ci supera, ma nello stesso tempo ha bisogno di noi. E, purtroppo, non sempre ne siamo consapevoli. È da questa ignoranza infatti che sgorgano le gravi offese – a volte mortali – sia agli uomini sia alla creazione"
È intervenuto anche il presidente della Pontificia Accademia per la vita monsignor Vincenzo Paglia, lunedì sera a Barcellona, alla tavola rotonda sulla sostenibilità del pianeta – dal tema “Oceani: bellezza e distruzione. Riflessioni a partire dall’opera di Mandy Barker e sul pensiero di Papa Francesco” – promossa dal Museo diocesano della città catalana nell’ambito della Regata culturale dell’America’s Cup in corso in questa stessa località in questo inizio settembre.
Nel corso del suo intervento, l’alto prelato ha innanzitutto rivolto un vigoroso appello: «É urgente – sottolinea il presule – delineare un nuovo umanesimo che chiamerei planetario. È un umanesimo che fa della cura delle relazioni tra gli umani e il creato il suo punto focale. È un umanesimo della interdipendenza tra tutti e tutto. È la condizione nella quale viviamo. Nulla e nessuno è un’isola. Tutti e tutto siamo accolti in quella casa comune che è il nostro pianeta con la sua terra, il suo mare e il suo cielo. È un dato oggettivo che ci avvolge e ci supera, ma nello stesso tempo ha bisogno di noi. E, purtroppo, non sempre ne siamo consapevoli. È da questa ignoranza infatti che sgorgano le gravi offese – a volte mortali – sia agli uomini sia alla creazione».
Partendo da questo punto, il presidente della Pontificia Accademia per la vita ha rilanciato una sfida che non si può non raccogliere: «Trasformare tale interdipendenza planetaria – esorta monsignor Paglia – in una scelta politica, economica, culturale e spirituale per edificare una civiltà del pianeta che significa convivenza pacifica e globale tra tutti e tutto. Il pianeta, con la sua terra, il suo mare e il suo cielo, è nelle nostre mani. A noi spetta la responsabilità di realizzare quella comunione globale che porti il pianeta a divenire la comune patria. È una sfida epocale. Infatti, come dice Papa Francesco, siamo nel mezzo di un cambiamento d’epoca. Ci è chiesto coraggio e creatività per realizzare quella fraternità globale dalla quale nulla e nessuno sia escluso».