"L’indifferenza nei confronti dei migranti - osserva don Bruno Bignami, direttore dell'Apostolato del mare Cei -, denunciata più volte da Papa Francesco sia in Laudato si’ che in Fratelli tutti, non è che la punta di un iceberg di un modello etico e sociale. Il paradosso è lampante. Se dal mare arrivano merci è segno di prosperità economica, ma se arrivano persone ci si allarma fino a chiudere occhi e cuore. I recenti casi di Cutro e del Mar Egeo ce lo ricordano, così come non sappiamo più contare le tragedie ripetutesi nel tempo. Il mare fa sentire l’uomo straniero, mentre dovrebbe farci vivere lo straniero come uomo"
"L'auspicio – conclude Giuseppe Di Donato, coordinatore diocesano del movimento - è che sempre più si riesca a far percepire il vero significato dell'esperienza del Curisillos. Permettere a persone, amici, conoscenti del proprio contesto di vita quotidiano, di trascorrere tre giorni di un ritiro (il piccolo corso breve), in cui riscoprire un po’ nella spiritualità ciò che sono i messaggi chiave della vita cristiana e poi viverli dove si possano trovare, con lo spirito di non tenere per sé la gioia dell'amore di Cristo per ciascun partecipante, ma di poterlo condividere con i suoi amici, con i suoi conoscenti e anche con persone che non la pensano allo stesso modo"
"Tenuto conto delle diverse situazioni – precisa il Consiglio episcopale permanente Cei - sarà cura dei vescovi suggerire ai parroci di ‘orientare’ i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità, ovvero la messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno"