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“I cattolici tornino in politica per il bene del Paese”

E’ stato questo l’appello lanciato ieri a Pescara da don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana

I relatori del convegno: Addari, Sciortino e D'Ottavio

È stata un’occasione di confronto per riflettere sullo stato di salute del nostro Paese in crisi a 360 gradi, il convegno di studio dal tema “Etica, informazione e società” che, ieri pomeriggio, ha visto intervenire al teatro Sant’Andrea di Pescara don Antonio Sciortino, direttore del settimanale “Famiglia Cristiana”, che ha risposto agli interrogativi economici, politici, ecclesiali, sociali e morali, sui quali la società attuale è chiamata a riflettere, posti da Padre Aldo D’Ottavio, direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro dell’arcidiocesi di Pescara-Penne che ha promosso e organizzato l’evento, insieme all’associazione App Abruzzo guidata da Alessandro Addari. La riflessione è quindi partita dal presente, dalla crisi interminabile che attanaglia gli italiani incapaci di reagire anche a causa di un certo stile comunicativo imposto dai media: «Il Paese – ha esordito don Antonio Sciortino – si è un po’ addormentato, in quanto il mondo della comunicazione ci ha svuotato la testa della capacità critica di renderci conto di cosa è avvenuto in Italia».

Padre Aldo D'Ottavio, direttore della Pastorale Sociale pescarese

Dunque, la crisi si sarebbe aggravata anche per le responsabilità di un’opinione pubblica “narcotizzata” e di una Chiesa considerata, fino all’avvento di Papa Francesco, troppo silente: «Quest’anno – ha spiegato don Sciortino – celebriamo i cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, ma lo spirito conciliare dove è finito? Probabilmente oggi siamo tornati a posizioni pre-conciliari perché obiettivi quali la realizzazione di una Chiesa non piramidale, nella quale è la Gerarchia a mettersi a disposizione del popolo di Dio e dove i laici hanno una corresponsabilità piena nel cammino della Chiesa, non sono mai stati realizzati. Mi auguro che questa celebrazione non resti tale, ma diventi l’occasione per compiere, in coscienza, una seria riflessione su quello che la Chiesa rappresenta oggi, agendo nell’impossibilità di una contaminazione tra Vangelo e società».

Ma nel momento in cui l’immagine della Chiesa sembrava più appannata è giunto un segno decisivo impresso da Benedetto XVI che, con la sua rinuncia al Pontificato e l’elezione di Papa Francesco, ha consentito una svolta: «Il Papa attuale – ha spiegato il direttore di Famiglia Cristiana – fa pregare il mondo intero e sconvolge già attraverso il suo nome, Francesco, il quale di per sé è un’enciclica rimandando a concetti quali fraternità, invito alla povertà e dialogo con le altre religioni. Così la Chiesa potrà essere più profetica e meno diplomatica perché una Chiesa balbettante, che non disturba, non serve a nulla».

Ma al di là del richiamo ai doveri della Chiesa, resta la devastante crisi economica che non è stata e non viene trattata come si sarebbe dovuto: «Dobbiamo prendere coscienza – ha avvertito don Antonio Sciortino – che noi italiani siamo un’unica famiglia umana e il nostro destino è legato, così la globalizzazione dovrebbe sottolineare gli aspetti positivi in un mondo nel quale il 20% della popolazione consuma l’86% delle risorse a disposizione. E la politica ha messo al centro falsi problemi, come quello dell’istituzione delle ronde, tralasciando questa crisi che ci stava facendo finire sull’orlo della Grecia. Tutto questo, con i mezzi di comunicazione impegnati a servire il padrone di turno e che invece avrebbero dovuto raccontare che in Italia ci sono 10 milioni di poveri e che, di questi, 2 milioni non riescono ad abbinare due pasti al giorno. Molti fanno la spesa fra gli scarti dei mercati. Avrebbero dovuto raccontare dei padri e delle madri in fila alla Caritas e della disoccupazione giovanile salita al 33%, certificando l’assenza di un futuro per un giovane su tre. Un tempo, quando non riuscivano ad eleggere il nuovo Papa, i cardinali venivano rinchiusi e lasciati a pane e acqua finché non avevano trovato una soluzione al problema: oggi bisognerebbe rinchiudere i politici».

don Antonio Sciortino, direttore di "Famiglia Cristiana"

È durissima l’opinione del famoso giornalista, il quale definisce miope una politica incapace di guardare al futuro dei giovani, specialmente a quello di quei 2 milioni di ragazzi, tra i 18 ed i 26 anni, che non studiano e non lavorano: «I giovani – ha accusato Sciortino -, le nostre migliori energie, vengono completamente ignorati dai politici che, al contrario, pensano a quanto durerà il Governo e a cosa accadrà tra un mese. È questa una politica di bassa lega, che fa registrare l’assenza di veri statisti perché, come affermava Alcide De Gasperi, “Il politico pensa alle prossime elezioni, mentre lo statista pensa alle prossime generazioni». Una mancanza, quest’ultima, da imputare all’assenza dei cattolici dalla politica: «I cattolici – ha tuonato il giornalista – non contano nulla e non c’è un provvedimento che sia stato sostenuto da loro, che si fanno guidare dalla doppia morale di avere un determinato atteggiamento nel pubblico salvo poi, nel privato, fare ciò che si vuole. Il nostro è un Paese che ha taciuto anche quando la donna è tornata ad essere un oggetto e i cattolici non hanno denunciato nulla. C’è bisogno di politici che tornino a fare politiche serie, per il bene comune, diverse da quelle della spartizione».

Tutto questo ha quindi ripercussioni anche sulle politiche demografiche che, fra pochi anni, disegneranno un Italia composta da 8 milioni di giovani ed da 22 milioni di anziani. Una statistica che diverrà realtà anche grazie alla mancanza di politiche a sostegno della famiglia: «In Italia – ha sottolineato il direttore di Famiglia Cristiana, solo l’1,2% del Pil viene destinato alle politiche familiari, che dovrebbero essere strutturali e non “una tantum”. Inoltre, sulle famiglie grava un fisco iniquo che non tiene conto della loro composizione e, a parità di stipendio, riserva loro lo stretto trattamento previsto ai single. Non è possibile che, nel nostro Paese, mettere al mondo un figlio sia considerato un fattore di povertà, mentre all’estero diviene un fattore di crescita. E in tutto questo la voce “famiglia” neanche appare fra le deleghe del nuovo Governo. Eppure le famiglie, per l’Italia, sono sempre state una grande risorsa, un grande ammortizzatore sociale che, ad esempio, in materia di portatori di handicap gestisce 7 casi su 10 a proprio carico».

E se tutto questo non bastasse, ci sono gli stranieri che contribuiscono alla crescita del Pil nazionale in modo determinante, per il 12%, ma ciononostante vengono guardati con diffidenza e non valorizzati: «Sono questi – ha concluso don Antonio Sciortino – i problemi da risolvere e i cattolici in politica devono pensare alla vita, ma di tutti. Dove sono i cristiani oggi? L’urgenza di questi problemi, infatti, richiede una presenza più decisa dei cristiani. Occorre una forte iniezione di etica, iniziando con il ritorno dei cattolici in politica perché espellere Dio dalla società rappresenta un danno per tutti e non aiuta la crescita del Paese».

About Davide De Amicis (4380 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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