“Riconoscere i doni degli uni e degli altri”
«Riconoscere i doni degli uni e degli altri in un’Italia in cui le “diversità” sono troppo spesso misconosciute e non valorizzate». È questo il messaggio che i leader delle Chiese cristiane presenti in Italia rivolgono al nostro Paese in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani la quale, come ogni anno, si celebrerà dal 18 al 25 gennaio con una miriade di iniziative di dialogo, incontri, veglie e tavole rotonde che in questo periodo attraverseranno l’Italia.
Il tema quest’anno è tratto dalla prima Lettera dell’apostolo Paolo ai Corinzi: “Cristo non può essere diviso!”. E i leader cristiani affermano: «Divisi nel nome di Cristo: questo è il paradosso e lo scandalo della nostra vita cristiana, per questo il tema scelto è un ammonimento che riceviamo».
A sottoscrivere il messaggio sono stati il vescovo Mansueto Bianchi, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Cei, il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e il metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e di Malta ed esarca per l’Europa meridionale (Patriarcato ecumenico): «Non si è Chiesa da soli – ribadiscono -, ma nella comunione di tutti coloro che confessano il nome di Gesù. Riconoscere i doni gli uni degli altri significa, per noi, oggi innanzitutto, riconoscere i doni della grazia elargiti con generosità all’intero popolo di Dio, pur nelle sue diversità».
Nel messaggio i leader cristiani si soffermano alla situazione specifica italiana: «Pensiamo, per esempio, all’arrivo di migranti da ogni parte del mondo e, soprattutto, da quel Sud del mondo nel quale oggi vive la maggioranza dei cristiani. Pensiamo alle chiese di migranti che si formano sul nostro territorio. Pensiamo alla presenza di altre religioni giunte ad allargare i nostri confini culturali e perfino spirituali. Pensiamo all’esigenza di libertà e di dialogo che una società multiculturale sempre più richiede. Sia anche questo l’orizzonte ecumenico della nostra ricerca di unità, rafforzata dalla nostra continua e fervida preghiera di fraternità».