“Siamo coerenti nella fede, per essere testimoni nella vita”
"Ed è la coerenza che può far esclamare: “Questo è un cristiano!”, non tanto per quello che dice, ma per quello che fa, per il modo in cui si comporta. In realtà, questa coerenza è una grazia dello Spirito Santo che dobbiamo chiedere"
«L’edificio spirituale, la Chiesa comunità degli uomini santificati dal sangue di Cristo e dallo Spirito del Signore risorto, chiede a ciascuno di noi di essere coerente con il dono della fede e di compiere un cammino di testimonianza cristiana. E non è facile, lo sappiamo tutti, la coerenza nella vita fra la fede e la testimonianza, ma noi dobbiamo andare avanti e fare nella nostra vita questa coerenza quotidiana».
Lo ha affermato ieri Papa Francesco, pronunciando l’Angelus nella domenica in cui la Chiesa ha fatto memoria della Dedicazione della Basilica lateranense: «Ed è la coerenza – sottolinea il Papa – che può far esclamare: “Questo è un cristiano!”, non tanto per quello che dice, ma per quello che fa, per il modo in cui si comporta. In realtà, questa coerenza, che ci dà vita, è una grazia dello Spirito Santo che dobbiamo chiedere. La Chiesa, all’origine della sua vita e della sua missione nel mondo, non è stata altro che una comunità costituita per confessare la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio e Redentore dell’uomo, una fede che opera per mezzo della carità. Vanno insieme!».
Ed anche oggi, a detta del Santo Padre, la Chiesa è chiamata ad essere nel mondo la comunità che, radicata in Cristo per mezzo del Battesimo, professa con umiltà e coraggio la fede in Lui, testimoniandola nella carità: «A questa finalità essenziale – osserva il Pontefice – devono essere ordinati anche gli elementi istituzionali, le strutture e gli organismi pastorali. A questa finalità essenziale: testimoniare la fede nella carità. La carità è proprio l’espressione della fede, ed anche la fede è la spiegazione e il fondamento della carità».
La festa della dedicazione della Basilica lateranense, ci invita a meditare sulla comunione di tutte le Chiese: «Cioè – spiega Papa Bergoglio – questa comunità cristiana, per analogia, ci stimola ad impegnarci perché l’umanità possa superare le frontiere dell’inimicizia e dell’indifferenza, a costruire ponti di comprensione e di dialogo, per fare del mondo intero una famiglia di popoli riconciliati tra di loro, fraterni e solidali. E di questa nuova umanità la Chiesa stessa è segno ed anticipazione, quando vive e diffonde con la sua testimonianza il Vangelo, messaggio di speranza e di riconciliazione per tutti gli uomini». Papa Francesco ha, infine, invocato l’intercessione di Maria Santissima, affinché ci aiuti a diventare, come lei, “casa di Dio”, tempio vivo del suo amore.
Credo che molti ebrei siano forse perplessi di fronte alla profezia di Sofonia 3:9 “darò alle nazioni un labbro puro per invocare il nome di YHWH…” l’espressione ebraica usata è “ammim kullam”..ovvero tutte le nazioni…. E’ in linea con Matt 24:14 e Matt 28:19,20 e la “presenza” di Cristo in Matt 25…
…non trovo una chiara conferma biblica per il concetto di “totale unità dei popoli” sopratutto alla luce di passi come “strada larga e strada stretta”…”pecore e capri”…trovo più logico pensare ad una unità di persone provenienti da ogni nazione in ubbidienza ai principi cristiani…
Ci sono espressioni nella Bibbia (penso a Sal 72 o Is 25) che sembrano preannunciare la conversione finale di tutti i popoli al monoteismo e l’adorazione universale verso il Signore YHWH e Gesù Cristo. Mi preoccupa un concetto di unità dei popoli che vada verso una religione umanitaria in cui tutti i culti sono confusi e prescinda dalla verità rivelata nell’AT e nel NT. Ciò sa molto più di New World Order che di cristianesimo.
Belle parole, certo, essere coerenti, vivere la fede nella carità eccetera. Intanto l’ineffabile Vescovo di Roma ha rimosso ieri dal suo incarico il card. Burke, che aveva osato opporsi alla sua linea riformista nel Sinodo per la famiglia da poco conclusosi. Chi ha orecchi per intendere, intenda!