“Erigere muri o fili spinati non è la logica di un’Europa civile”
"Non è questa - sottolinea Bagnasco - la logica di un’Europa civile! Inutile che si aspetti in Europa che questo fenomeno si dissolva. Il Sud del mondo si è messo in movimento e nessuno lo fermerà"
«Erigere muri o fili spinati non è la logica di un’Europa civile. Il Sud del mondo si è messo in movimento verso uno spiraglio di vita migliore e nessuno lo fermerà». Lo ha dichiarato, in un’intervista all’agenzia di stampa Sir, il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, davanti all’ennesima strage del mare che ha visto morire nell’Egeo 34 migranti, metà dei quali bambini: quattro neonati, sei bambini e cinque bambine.
Nel frattempo il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrint, ha denunciato il fallimento totale dell’Unione europea nella difesa dei suoi confini esterni, sollecitando l‘applicazione di misure urgenti per arrestare l‘afflusso record di migranti dal Medio-Oriente.
«Cosa significa che l’Europa non ha saputo difendere i suoi confini esterni? Vuol dire forse che si dovevano erigere muri o fili spinati?».
Questa la domanda posta dal cardinale Bagnasco, che si trova in Terra Santa per l’assemblea plenaria del Ccee, il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa: «Non è questa – sottolinea il porporato – la logica di un’Europa civile! Inutile che si aspetti in Europa che questo fenomeno si dissolva. Il Sud del mondo si è messo in movimento e nessuno lo fermerà».
Per il presidente della Cei, dunque, non solo l’Europa deve muoversi, e si è mossa molto tardi: «Ma anche l’Onu – aggiunge il presidente dei vescovi italiani – deve prendere seriamente in considerazione il fenomeno a livello internazionale. Ricordiamo che l’Italia è stata la prima che si è mobilitata, con grande generosità e meglio che ha potuto».
Nell’intervista il cardinale ha toccato anche altri temi, come le persecuzioni dei cristiani e il prossimo Sinodo sulla famiglia. Su quest’ultimo punto, Bagnasco ha ricordato che il Papa ha raccolto e dato forma alle preoccupazioni di tutti i suoi vescovi e pastori, compreso quelle sulla teoria del gender: «L’educazione affettiva – conclude il cardinale – deve avvenire in modo corretto e non distorto come si vorrebbe. Al Sinodo, si parlerà in modo sereno e leale insieme al Santo Padre».