Da dieci anni la chiesa del mare a Pescara
"Oggi è difficile - ammette monsignor Amadio - edificare una chiesa bella e la Conferenza episcopale italiana, quando qualcuno gli chiede consiglio per edificarne una, indica sempre di andare prima a visionare la chiesa del mare di Pescara. È questa una bella soddisfazione"

Ci sono estati determinanti, indimenticabili, nelle quali anche i progetti più avversati possono diventare realtà. Ne sa qualcosa monsignor Vincenzo Amadio, 74 anni, vicario generale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne e parroco di San Pietro apostolo in Pescara, che nell’estate 2005 dopo dieci anni di estenuante attesa tra polemiche, denunce e carte bollate, vide finalmente terminare i lavori della “chiesa del mare” e il 18 ottobre poté avvenire la cerimonia di dedicazione del luogo di culto.

Mons. Vincenzo Amadio, vicario generale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne e parroco di San Pietro apostolo
Un evento storico, per monsignor Amadio e la comunità parrocchiale, di cui oggi ricorrerà il decennale: «Dopo tanta attesa e sacrifici – ricorda don Vincenzo – quello fu un risultato notevole che ci consegnò un luogo, con dei locali parrocchiali in cui operare, rendendoci una comunità coesa».
Una comunità che oltre a disporre di una parrocchia spaziosa ed efficiente, ha potuto disporre anche di una parrocchia bella, grazie alla suggestiva costruzione a forma di nave progettata dagli architetti pescaresi Paolo Cicoria, Alessandro Cognigni, Guido Crescenzi, Dante D’Agostino, Mauro Del Re, Italo Marchionni e Marcello Nimis impreziosita dall’altare, dal fonte battesimale, dal cero pasquale, dall’acquasantiera e dalla croce absidale realizzate nel marmo scolpito da Pietro Cascella: «Oggi è difficile – ammette monsignor Amadio – edificare una chiesa bella e la Conferenza episcopale italiana, quando qualcuno gli chiede consiglio per edificarne una, indica sempre di andare prima a visionare la chiesa del mare di Pescara. È questa una bella soddisfazione e, scherzando, dico sempre che la mia “vendetta” è stata la bellezza».
E se la “vendetta” è un piatto che va servito freddo, il parroco di San Pietro apostolo ha dovuto attendere un calvario burocratico e giudiziario lungo un decennio, culminato con la richiesta del Pubblico ministero di un anno e tre mesi di reclusione per un presunto abuso edilizio, prima di servire la sua: «All’epoca – racconta il vicario dell’arcidiocesi di Pescara-Penne – dissi che se mi avessero condannato per aver realizzato una chiesa, sarebbe stato un onore e non un delitto come mi fu contestato in un avviso di garanzia, nonostante avessi sempre predicato l’amore, la legalità e la fede. Ma tutto ciò appartiene al passato e ora ci rido su».
Da allora sono trascorse solo estati felici fino a questa appena trascorsa, forse l’ultima da vicario generale prima della scadenza del suo mandato triennale a gennaio, contraddistinta dalla celebrazione del suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio il 29 giugno scorso: «Una circostanza – riconosce monsignor Amadio – che sia qui a Pescara come a Castilenti, mio paese d’origine, e a Montebello di Bertona, dove sono stato parroco per 18 anni dal 1968 al 1986, hanno voluto ricordare. Per me sono stati cinquant’anni di impegno in una Chiesa che mi ha accolto e dato tutto. Così, quando l’arcivescovo Valentinetti nel 2012 mi chiese di essere nuovamente il vicario generale, mi sono detto “quel poco ancora che posso dare alla Chiesa come ricompensa, senza pretese, lo darò”».