Monsignor D’Addario: “Un maestro buono dal tratto gentile e paterno”
"La sua mitezza - osserva monsignor Vincenzo Amadio, vicario generale dell'arcidiocesi di Pescara-Penne - e il suo spirito di accoglienza erano rassicuranti nell’anticamera del vescovo dove, talvolta, si ingoiava saliva"
«Un maestro buono, conosciuto per la sua grande sensibilità, la sua profonda fede, per il suo tratto gentile e paterno nonché per la sua capacità di portare in preghiera ogni momento della sua esistenza e del suo servizio di pastore».
Con queste parole, ieri mattina l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti ha ricordato il suo confratello vescovo monsignor Vincenzo D’Addario nel decennale della sua prematura scomparsa avvenuta a 65 anni, quand’era vescovo di Teramo-Atri, la mattina dell’1 dicembre 2005 mentre pregava in Curia.
Un omaggio tributato nel corso di una Santa messa presieduta dall’arcivescovo Valentinetti, e concelebrata dall’amico e successore di D’Addario alla guida della diocesi teramana monsignor Michele Seccia, presso la chiesa di Sant’Antonio abate di Pianella: località dell’entroterra pescarese dove Vincenzo D’Addario era nato e cresciuto, prima di entrare in Seminario a 12 anni, nel 1953, e uscirne sacerdote.
Un periodo della sua vita lungo 12 anni e trascorso con il suo amico di sempre, l’attuale vicario generale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne monsignor Vincenzo Amadio: «Abbiamo vissuto e giocato a calcio gomito a gomito – racconta Amadio -, lui ala sinistra e io ala destra. Un’attività che abbiamo interrotto solo per obbedienza al Seminario regionale, ma non in estate quando rientravamo in diocesi. Una passione per lo sport che don Vincenzo ha conservato anche da giovane sacerdote, quando da insegnante di religione organizzava tornei di pallavolo e pallacanestro per i suoi studenti».
Ma don Vincenzo D’Addario era un pastore affidabile e appassionato e non passò molto tempo prima che l’allora arcivescovo di Pescara Iannucci lo volle come suo segretario, intravedendo in lui un grande futuro: «La sua mitezza – osserva monsignor Vincenzo Amadio – e il suo spirito di accoglienza erano rassicuranti nell’anticamera del vescovo dove, talvolta, si ingoiava saliva».
Nel frattempo D’Addario divenne assistente diocesano dell’Azione cattolica e nel 1986 venne nominato dapprima vescovo ausiliare e poi vescovo della diocesi pugliese di Cerignola ed Ascoli Satriano, passando per Manfredonia, restandolo fino al 2002 quando venne nominato vescovo di Teramo-Atri: «Negli anni – evidenzia monsignor Michele Seccia, suo successore – ricordo la sua affabilità, il suo senso pastorale e la sua costante attenzione verso i sacerdoti».
Al termine della liturgia eucaristica, concelebrata da tanti altri sacerdoti, monsignor Vincenzo D’Addario è stato commemorato anche dall’amministrazione comunale: «La sua – conclude Sandro Marinelli, sindaco di Pianella – è stata una figura di alto profilo religioso, etico, morale e civico. Dovunque è stato, ha portato un bagaglio di onestà, semplicità, determinazione e grande umiltà».