“Da Renzi vogliamo scuole sicure e una spiegazione chiara del referendum”
"Basta con le colate di cemento - il monito di monsignor Valentinetti - ora servono scuole sicure. Dovetti celebrare io il funerale dei 27 bambini morti sotto la scuola di San Giuliano di Puglia, e queste cose non devono più accadere. E ci faccia capire qualcosa di questa riforma costituzionale, che saremo chiamati a votare nel referendum, le cui argomentazioni sono coperte da tante e troppe diatribe politiche"

È stato l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti a benedire, ieri pomeriggio, la Scuola media “Dante Alighieri” di Spoltore inaugurata dal presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, nel corso del suo giorno di visita a Pescara. Un istituto ristrutturato con criteri antisismici proprio grazie a uno dei finanziamenti più cospicui, 3,5 milioni di euro, mai concessi nell’ambito del programma del governo Renzi #Scuolesicure.
E a margine della cerimonia inaugurale, non è mancato un colloquio chiarificatore tra l’arcivescovo e il premier. È stato proprio il presule, con un guizzo, ad avvicinare il premier che stava guadagnando l’uscita per proseguire la sua visita pescarese: «Basta con le colate di cemento – il monito del arcivescovo, pronunciato a tu per tu con il capo del Governo -, ora servono scuole sicure. Dovetti celebrare io il funerale dei 27 bambini morti sotto la scuola di San Giuliano di Puglia, e queste cose non devono più accadere».
Dopo il terremoto di magnitudo 6.0 che il 31 ottobre 2002 colpì la piccola località in provincia di Campobasso, provocando il crollo della Scuola elementare “Jovine” sotto la quale morirono 27 alunni e una maestra, fu proprio monsignor Valentinetti (all’epoca vescovo di Termoli-Larino) a presiedere il rito funebre davanti alle piccole bare degli “angeli di San Giuliano”: l’esperienza più dolorosa vissuta nei suoi 16 anni di episcopato.
Da qui la sua appassionata esortazione, condivisa dal premier, dopo che tante, troppe scuole, ancora fragili, sono ancora crollate sotto la spinta degli ultimi devastanti terremoti del Centro Italia.
Ma c’è una seconda e spinosa preoccupazione che l’arcivescovo Valentinetti, da sempre attento alla promozione del bene comune, ha voluto esternare al presidente Renzi: «Se è ancora in potere di farlo – chiede l’arcivescovo – ci faccia capire qualcosa di questa riforma costituzionale, che saremo chiamati a votare nel referendum, le cui argomentazioni sono coperte da tante e troppe diatribe politiche». Ma qui perfino il presidente del Consiglio appare impotente: «La politica – replica Renzi – è anche questo».
Tornando alla scuola di Spoltore, chiusa nel settembre 2011 per grave dissesto strutturale, da ieri è tornata ad essere una casa per i suoi studenti: «Ora – annuncia Luciano Di Lorito, sindaco di Spoltore – è una scuola sicura, tra le più moderne in circolazione, concepita per ottenere il massimo risparmio energetico avendo ottenuto la classificazione A+».
In seguito lo stesso sindaco e ancor di più il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, hanno esortato il premier Renzi ad intercedere presso l’Unione europea affinché le spese per l’edilizia scolastica non rientrino nel patto di stabilità: «Non è possibile – risponde Renzi, condividendo gli appelli – dare annualmente 20 miliardi di euro all’Europa ricevendone indietro solo 12, non ricevendo un minimo aiuto sul fronte dell’immigrazione, senza che almeno i soldi dell’edilizia scolastica siano fuori dal computo del patto di stabilità».
Inoltre, nel corso del suo intervento il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato della scuola a tutto tondo, a partire dagli insegnanti: «Vogliamo chiedere a loro – dichiara il capo del Governo – di continuare a svolgere questo servizio prezioso, che è quello di formazione, di educazione della libertà di questi ragazzi e adolescenti».
E poi da genitore di tre figli, uno frequentante le elementari, un altro le medie e il terzo le superiori, Renzi ha voluto parlare anche agli altri genitori del loro rapporto nei confronti dei docenti: «La nostra generazione – ricorda – aveva un atteggiamento di rispetto nei loro confronti, mentre oggi c’è un atteggiamento un po’ ondivago e quando succede qualcosa i genitori sono più comprensivi verso i ragazzi che verso gli insegnanti. Lo dico a tutti e anche a me stesso, da genitore, dobbiamo fare lo sforzo di riconoscere la funzione sociale degli insegnanti, conferendo nei nostri figli un maggior rispetto verso la scuola».
L’appello finale, il presidente Renzi l’ha rivolto agli studenti di Spoltore: «Avevate diritto a una scuola bella come questa – conclude -, però dovete tenerla bene. Ma dopo avervi sentito cantare l’inno nazionale così bene, restando colpito dal tono, dal vigore e dalla bellezza della vostra voce, sentendo l’orgoglio con cui l’avete cantato, sono convinto che lascerete questa scuola meglio di come l’avete trovata».