La grave emergenza neve se da un lato ha messo a dura prova la macchina dei soccorsi, dall’altro ha fatto emergere la motivazione e il cuore dei soccorritori. Fra loro, oltre ai professionisti, ci sono anche tanti volontari che, armati di pala e olio di gomito e con mezzi propri, si sono recati nelle località più colpite dalla bufera dei giorni scorsi, liberando case e persone dalla coltre bianca.

È il caso di 30 giovani studenti, dai 16 ai 18 anni, del Liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Pescara che, approfittando della chiusura delle scuole causa maltempo, hanno contattato il presidente della Provincia Antonio Di Marco dando la loro disponibilità: «Il presidente – racconta Luca Carapellotti, rappresentante d’istituto del Liceo Da Vinci – ha subito accettato, inviandoci a Montebello di Bertona dove siamo giunti mercoledì sera accompagnati dalla Polizia provinciale».

Le operazioni di spalamento

Le operazioni di spalamento

Ai loro occhi la neve si è mostrata in tutto il suo spessore, fino a tre metri, ma i giovani non si sono lasciati scoraggiare, iniziando subito a spalare: «Siamo tornati – aggiunge Luca – anche venerdì e ieri. Venerdì, in particolare, abbiamo lavorato tutto il giorno liberando dalla neve la casa di un disabile, quella di un giovane malato di cancro e di tante persone bloccate in casa senza corrente elettrica». Solo grazie ai gruppi elettrogeni, infatti, venerdì è tornata la luce nelle abitazioni della località montana pescarese.

Un lavoro, quello dei volenterosi studenti, di cui ieri ha beneficiato anche la vicina Villa Celiera, anch’essa ricoperta dalla neve: «Era alta due metri e mezzo – conferma Carapellotti -, si finiva per camminare sulle automobili. Abbiamo scavato centinaia di metri per liberare, ad esempio, la casa dove un medico non riusciva a entrare per visitare un bambino con la febbre a 40».

Un’esperienza che i giovani non dimenticheranno: «Mi viene da piangere – commenta il giovane – ripensando a quelle persone che ci ringraziavano dicendoci “Senza di voi non sapevamo più cosa fare”».

Il campo base di Rigopiano, con uomini e mezzi della Misericordia

Il campo base di Rigopiano, con uomini e mezzi della Misericordia

Berardino Fiorilli, Governatore della Misericordia di Pescara

Berardino Fiorilli, Governatore della Misericordia di Pescara

Ma il volontariato è anche quello professionale dei soccorritori della Misericordia di Pescara, 30 volontari che da mercoledì sera presidiano il campo base allestito a 500 metri dalle macerie dell’Hotel Rigopiano affiancando il 118 nell’assistenza ai feriti e ai loro familiari, coordinati dal governatore Berardino Fiorilli: «I nostri ragazzi – spiega – hanno raggiunto il luogo della tragedia dopo una faticosissima marcia durata 12 ore, con fuoristrada e autoambulanza, prima di riuscire a raggiungere l’Hotel e da quel momento, allestito il campo base, non ci siamo fermati mai».

La fondazione Il volo e il gabbiano consegna i due gruppi elettrogeni

La fondazione Il volo e il gabbiano consegna i due gruppi elettrogeni

La mancanza di corrente elettrica, non ha lasciato indifferente la Fondazione “Il volo e il gabbiano” di Spoltore che, dopo aver raccolto circa mille euro di fondi, ha acquistato due gruppi elettrogeni da 3 kilowatt consegnandoli ad altrettante famiglie bisognose, attraverso la Protezione civile Modavi: «Non possiamo salvare il mondo – osserva il presidente Guido Di Nicolantonio -, ma vogliamo fare tutto il possibile per dare un aiuto».

Intanto, sul fronte diocesano, la Caritas sta facendo il punto della situazione per gli aiuti: «Stiamo contattando uno ad uno i parroci delle zone più colpite – spiega il direttore don Marco Pagniello all’agenzia di stampa Sir -, che sono le nostre antenne sul territorio, per conoscere la situazione reale e le effettive necessità».

don Marco Pagniello, direttore Caritas diocesana

don Marco Pagniello, direttore Caritas diocesana

Intanto, mentre i tecnici dell’Enel sono al lavoro per ripristinare le linee elettriche, sono ancora diverse le comunità e le frazioni isolate e prive di energia: «La neve – riporta il direttore della Caritas di Pescara-Penne – ha ricoperto anche quelli che potrebbero essere i danni delle nuove scosse del 18 gennaio; Al di là di qualche campanile crollato o di qualche danno visibile alle case, dovremo aspettare che si sciolga per fare un bilancio completo. Per ora il nostro è un lavoro di prossimità alle persone».

Venerdì i volontari della Caritas hanno raggiunto le due frazioni isolate di Cermignano e Arsita, nel teramano, dove la neve caduta supera i due metri: «Stiamo portando viveri, medicinali, brandine, sacchi a pelo e coperte – aggiunge don Marco -. La gente è sfinita e si sente sola e abbandonata. Ieri, nel vedere i nostri volontari, i primi ad arrivare ancora prima delle istituzioni, un’anziana signora ha esclamato: “Allora Dio non si è dimenticato di noi!”. Come Chiesa ci siamo».

Tutti i parroci sono sui luoghi colpiti e la Caritas interviene secondo le loro segnalazioni: «Ora – puntualizza il sacerdote – stiamo iniziando un lavoro di mappatura dei veri bisogni, per procedere con interventi mirati e porre dei segni concreti di vicinanza alle persone colpite».

Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne

Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne

Prosegue intanto l’attività dei soccorritori che, fino a ieri sera, avevano estratto nove superstiti dalle rovine dell’hotel Rigopiano: «Stiamo seguendo attraverso la Prefettura – conclude don Marco Pagniello – e siamo molto vicini ai parenti in attesa in ospedale a Penne con i cappellani e i parroci».

Intanto venerdì l’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti si è recato in visita ai superstiti in ospedale e ha incontrato la famiglia del cuoco che aveva dato l’allarme per primo, Giampiero Parente, l’unica che ad oggi pare si sia ricomposta completamente: mamma, papà e i due bambini.