“Firmare il Global compact per promuovere dialogo e incontro”
«La Santa Sede – afferma Czerny - ha lavorato molto per lo sviluppo dei Global compact. Ora siamo al punto dell’implementazione e attuazione dei patti. Speriamo di poter incoraggiare le Chiese in ogni Paese ad accompagnare questo processo molto importante che rappresenta la volontà, il desiderio e la politica della Chiesa rispetto ai migranti, soprattutto i più vulnerabili».
Una migrazione sicura, ordinata e regolare. Verte su questi tre punti la richiesta che la Santa Sede ha inoltrato all’Italia. Tali obiettivi, peraltro, sono i medesimi del Global compact for migration, il Patto globale sulle migrazioni, che la maggioranza dei Paesi del mondo andranno a firmare il 10 e 11 dicembre prossimi durante il summit a Marrakech, in Marocco. L’accordo non è vincolante per gli Stati ma stabilisce una serie di impegni su cui la comunità internazionale ha raggiunto un consenso nei due anni di processo. Sull’importante questione si è espresso, mediante una conferenza stampa, che si è svolta ieri a Roma, Padre Micheal Czerny, sottosegretario sotto-segretario della Sezione Migranti & Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede.
«La Santa Sede – afferma Czerny – ha lavorato molto per lo sviluppo dei Global compact. Ora siamo al punto dell’implementazione e attuazione dei patti. Speriamo di poter incoraggiare le Chiese in ogni Paese ad accompagnare questo processo molto importante che rappresenta la volontà, il desiderio e la politica della Chiesa rispetto ai migranti, soprattutto i più vulnerabili».
«La Santa Sede – prosegue – ha partecipato a tutto il processo proponendo un documento di proposte in 20 punti concreti, frutto di ciò che facciamo, viviamo e sogniamo».
«Siamo molto contenti – sostiene – di vedere che il Global compact sulle migrazioni è basato sul desiderio di promuovere il dialogo e la cultura dell’incontro. Anche se la paura ha le sue ragioni, non bisogna lasciare che la paura decida. L’esperienza del multilateralismo tra i Paesi – evidenzia – è la chiave per risolvere i problemi del mondo».
«E anche se alcuni Paesi – precisa in conclusione al Sir – non intendono firmare (Stati Uniti, Ungheria, Australia, Austria, Bulgaria e anche in Italia ci sono dichiarazioni contrastanti) la Santa Sede si dice ottimista perché la migrazione non è uguale dovunque, bisogna dare una risposta in ogni Paese. Se altri Paesi rispondono, gli altri nel contempo faranno lo stesso. Non è questione di chi firma o non firma ma di lavorare insieme. Poco a poco penso che avremo una risposta più umana e decente dappertutto».
In appendice, sono riportati tutti i 23 punti del Global Compact.
- Raccogliere e utilizzare dati accurati e disaggregati come base per le politiche basate su elementi concreti;
2. Ridurre al minimo i fattori negativi e i fattori strutturali che costringono le persone a lasciare il loro paese d’origine;
3. Fornire informazioni accurate e tempestive in tutte le fasi della migrazione;
4. Garantire che tutti i migranti abbiano la prova dell’identità legale e documentazione adeguata;
5. Migliorare la disponibilità e la flessibilità dei percorsi per la migrazione regolare;
6. Agevolare il reclutamento equo ed etico e salvaguardare le condizioni che garantiscono un lavoro dignitoso;
7. Affrontare e ridurre le vulnerabilità nella migrazione;
8. Salvare vite umane e organizzare sforzi internazionali coordinati per i migranti dispersi;
9. Rafforzare la risposta transnazionale al traffico di migranti;
10. Prevenire, combattere e sradicare la tratta di esseri umani nel contesto della migrazione internazionale;
11. Gestire i confini in modo integrato, sicuro e coordinato;
12. Rafforzare la certezza e la sistematicità delle procedure di migrazione per gestire in maniera appropriata screening, valutazione e rinvio; 13. Utilizzare la detenzione solo come misura di ultima istanza e lavorare per individuare alternative;
14. Migliorare la protezione consolare, l’assistenza e la cooperazione nel ciclo migratorio;
15. Garantire l’accesso ai servizi di base per i migranti;
16. Responsabilizzare i migranti e le società affinché si realizzino la piena inclusione e la coesione sociale;
17. Eliminare tutte le forme di discriminazione e promuovere un discorso pubblico basato su elementi concreti per
modellare la percezione della migrazione;
18. Investire nello sviluppo delle competenze e facilitare il riconoscimento reciproco delle competenze e delle qualifiche;
19. Creare condizioni affinché i migranti contribuiscano pienamente allo sviluppo sostenibile in tutti i paesi; 20. Promuovere il trasferimento più rapido, più sicuro ed economico delle rimesse e favorire l’inclusione finanziaria dei migranti;
21. Cooperare per agevolare il ritorno sicuro e dignitoso e la riammissione, nonché la reintegrazione sostenibile;
22. Stabilire meccanismi per la portabilità dei diritti di sicurezza sociale e dei benefici ottenuti;
23, Rafforzare la cooperazione internazionale e la partnership globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare.