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“I Santuari non vanno marginalizzati perchè sono luoghi di salvezza”

«Il senso della missione – lamenta in conclusione Fisichella - si è affievolito fino a scomparire, tanto da non far sentire più la responsabilità della trasmissione della fede nemmeno all’interno della famiglia cristiana».

Lo ha affermato l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione

Il Santuario di San Nunzio Sulprizio a Pescosansonesco (Pescara)

I santuari rappresentano la fede e, come tali, non possono essere relegati nelle periferie della teologia e della pastorale come semplici appendici. Sono questi gli aspetti principali su cui verte il monito lanciato dall’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, aprendo ieri sera, all’Università Lateranense, i lavori del Convegno internazionale per i rettori e gli operatori dei santuari al quale prendono parte oltre 600 delegati provenienti da tutto il mondo.

Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova evangelizzazione

«La storia della salvezza – afferma – è costellata dei santuari: relegarli alle periferie della teologia e della pastorale come un’appendice fastidiosa non rende giustizia del ruolo che hanno svolto e continuano a svolgere».

«I santuari – osserva – hanno una carica di significato in quanto costituiscono la storia di intere popolazioni e generazioni».

«Non a caso – ricorda – papa Francesco è tornato più volte sul tema dei santuari per far capire il valore che hanno nella vita del popolo cristiano».

«Sono – sostiene – luoghi di preghiera e conversione dove l’annuncio diventa tangibile, spazi dove la formazione alla testimonianza trova riscontro perché i fedeli crescono nell’ascolto e nella catechesi, centri di carità dove i poveri possono trovare un rifugio sicuro».

«Ecco perché – spiega –  l’evangelizzazione non è un contenuto marginale della pastorale dei santuari, ma l’obiettivo primario, che è quello di aiutare i pellegrini ad essere discepoli».

«È urgente – incalza – restituire ai nostri fedeli l’entusiasmo per la missione».

«Il senso della missione – lamenta in conclusione Fisichella – si è affievolito fino a scomparire, tanto da non far sentire più la responsabilità della trasmissione della fede nemmeno all’interno della famiglia cristiana».