6 aprile: “Forti e gentili” ieri come oggi
Il senso di solidarietà e di condivisione manifestatosi nei giorni seguenti il sisma rappresentino ora più che mai il "patrimonio prezioso a cui attingere per superare l’emergenza di questi giorni" afferma Mattarella
Il 6 aprile 2009 un violento sisma colpiva L’Aquila e la nostra regione, lasciando dietro di sé morte e distruzione e smuovendo nelle fondamenta l’animo degli Abruzzesi. A undici anni esatti di distanza, le ferite di allora non sono guarite, la mancanza delle persone care che hanno perso la vita non si è attenuata, la ricostruzione è ancora alle prime battute e difficilmente riesce a sanare il tragico spopolamento.
Anche quest’anno, come allora, il 6 aprile cade di lunedì santo. E anche oggi siamo di fronte a una grave situazione, che non scuote le case ma tocca le vite allo stesso modo.
È in questo contesto di apparente ripetersi della storia nella stessa data funesta che si inseriscono le parole di ricordo degli alti esponenti delle istituzioni. «Un’emergenza nazionale e globale si è sovrapposta a quell’itinerario di ricostruzione che gli aquilani stanno percorrendo, che ha già prodotto risultati importanti ma che richiede ancora dedizione, tenacia e lavoro» afferma il Presidente della Repubblica Mattarella, ricordando come, nonostante la grave epidemia da Covid-19, «la ricostruzione de L’Aquila resta una priorità e un impegno inderogabile per la Repubblica».
«Nella fase post emergenza sanitaria» aggiunge la Presidente del Senato Casellati, in un suo messaggio «alle comunità dei territori messi in ginocchio dagli eventi sismici occorrerà garantire una volta per tutte risposte efficaci, sia in termini di investimenti che di semplificazione normativa al fine di velocizzare la ricostruzione».
Mentre ascoltiamo dalle nostre strade lo stesso silenzio di quei giorni, non lasciamoci prendere da uno sconforto improduttivo e paralizzante. Ricordiamo invece, come auspica il Capo dello Stato, che «l’Italia dispone di energia, di resilienza e di una volontà di futuro che ha radici antiche e che, nei passaggi più difficili della nostra storia, è sempre stata sostenuta da una convinta unità del popolo italiano».
Il senso di solidarietà e di condivisione manifestatosi in maniera poderosa nei giorni seguenti il sisma rappresentino ora più che mai il «patrimonio prezioso a cui attingere per superare l’emergenza di questi giorni» aggiunge Mattarella. Anche dinnanzi a questa eccezionale pandemia ci sia propria quella definizione di Primo Levi di Abruzzo forte e gentile, di un popolo che affronta le gravi difficoltà del momento con la speranza e con determinazione, certi che tutto questo passerà.