Un laboratorio di sartoria all’insegna della formazione e dell’integrazione
«Lo scopo del laboratorio - spiega Valeria Luciani, operatrice Siproimi e Right Way - è quello di approfondire e trasmettere le nozioni di base della sartoria industriale e artigianale, anche mediante la creazione di borse, cappelli, accessori vari delle diverse culture di provenienza, utili anche nelle attività di sensibilizzazione a animazione del territorio».
Il 31 agosto tra ago, fili, stoffe, colori, entusiasmo e voglia di apprendere è iniziato un laboratorio di sartoria per dieci beneficiarie dei progetti Siproimi e Right Way, organizzato dalla Caritas diocesana di Pescara – Penne. Previsti tre incontri settimanali che avranno termine il 31 ottobre 2020. Le ragazze saranno accompagnate in questo percorso da una docente con esperienza decennale nel settore tessile, coadiuvata da operatrici e volontarie.
«Lo scopo del laboratorio – spiega Valeria Luciani, operatrice Siproimi e Right Way – è quello di approfondire e trasmettere le nozioni di base della sartoria industriale e artigianale, anche mediante la creazione di borse, cappelli, accessori vari delle diverse culture di provenienza, utili anche nelle attività di sensibilizzazione a animazione del territorio».
Il Laboratorio di sartoria intende sensibilizzare le aziende tessili del territorio che hanno manifestato interesse e accoglienza nei confronti dei migranti, coinvolgendole attivamente, ove possibile, mediante incontri specifici, visite guidate in azienda e stage.
«Il progetto parte dalla voglia di mettersi in gioco degli accolti presenti nei nostri centri e apprendere lo stile “Made in Italy” nel campo della sartoria e della moda – conclude Giovanna Iannella, operatrice Caritas e tra le curatrici del laboratorio – Inoltre, il laboratorio vuole rafforzare la possibile ed auspicabile interazione ed integrazione in modo da arricchire non solo le beneficiarie, ma tutta la comunità del nostro territorio».