Pescara è il primo capoluogo d’Italia ad aprire uno sportello per sordomuti
"È inaccettabile - sottolinea Giuseppe Petrucci, presidente Ens - che l’Italia sia uno dei pochissimi Paesi al mondo a non aver ancora proceduto al riconoscimento della Lingua dei segni"

Pescara, da ieri, è il primo capoluogo italiano ad aver istituito uno sportello dedicato ai sordomuti, i quali avranno quindi la possibilità di superare le “barriere” finora esistenti per l’accesso ai servizi offerti dalla pubblica amministrazione.

Sono numerosi gli utenti diversamente abili che vivono una condizione di disagio per la difficoltà di interfacciarsi, in particolare di comunicare, con gli uffici comunali magari per la semplice richiesta di certificati o per presentare una qualsiasi domanda: «Sono veramente orgogliosa – sottolinea Nicoletta Di Nisio, assessore comunale alle Politiche per la disabilità – per il fatto che la nostra città divenga un progetto pilota da imitare in tutta Italia. Ringrazio i responsabili dell’Ente nazionale sordomuti (Ens), la cui sede nazionale è proprio qui a Pescara, perché insieme abbiamo elaborato un progetto che permetterà di offrire migliori servizi a chi finora ha spesso sofferto per esercitare dei diritti».
La presidente della commissione Politiche sociali Maria Rita Carota, si è soffermata su quella che ha definito «una conquista di civiltà, perché non devono esistere cittadini di livello superiore o inferiore quando ci si avvicina agli uffici pubblici».

Per il presidente nazionale Ens Giuseppe Petrucci «è inaccettabile che l’Italia sia uno dei pochissimi Paesi al mondo a non aver ancora proceduto al riconoscimento della Lingua dei segni».
Lo Sportello sordomuti avrà il suo punto d’accesso presso la sede dell’Ente nazionale sordomuti, in via Conte di Ruvo 30, che procederà con i propri operatori a contattare gli uffici e ad accompagnare presso gli stessi i sordomuti che ne faranno richiesta. Potranno accedervi anche cittadini di passaggio o turisti. Da ieri a Pescara ci sono meno barriere, non solo fisiche ma culturali.