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Elezioni: “Pensare alla sofferenza delle persone e garantire risposte serie”

"Si presenta, inevitabile – ricorda il cardinale Zuppi -, l’ora dei doveri e delle responsabilità per cui la politica dovrà trovare il più virtuoso punto d’incontro tra ciò che è buono e ciò che è realmente possibile, perché le risorse esistenti non vadano sprecate ma collocate al servizio del bene comune e dell’intera popolazione. È un tempo nel quale dobbiamo ricostruire il senso di comunità"

Questo l’appello del presidente della Cei Zuppi, in una dichiarazione sulla situazione economica e sociale del Paese

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana Ph: Cristian Gennari/Siciliani

PDopo le dimissioni confermate dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dai suoi ministri, il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, ieri è tornato ad esprimersi sulla situazione economica e sociale del Paese esprimendo dapprima un «sentito ringraziamento al presidente Mario Draghi e a tutto il governo da lui presieduto, per lo sforzo di questi mesi così difficili e per il metodo di lavoro che lo ha distinto, perché comporre visioni discordanti in un unico interesse unitario credo resti un metodo indispensabile anche per il futuro».

Quindi il cardinale Zuppi ha rivolto un appello alla classe politica: «In questo momento così decisivo e pieno di rischi per l’Italia e l’Europa – affermo -, desidero rinnovare il forte appello alla responsabilità individuale e collettiva per affrontare la prossima scadenza elettorale. L’indispensabile interesse superiore impone di mettere da parte quelli personali o individuali, per affrancare la politica da tatticismi ormai, peraltro, incomprensibili e rischiosi per tutti. Dobbiamo pensare alla sofferenza delle persone e garantire risposte serie, non ideologiche o ingannevoli, che indichino anche, se necessario, sacrifici, ma diano sicurezza e motivi di speranza. Il fondamentale confronto politico non deve mancare di rispetto e deve essere improntato alla conoscenza dei problemi, a visioni comuni senza furbizie, con passione per la cosa pubblica e senza agonismi approssimativi che tendono solo a piccoli posizionamenti personalistici e non a risolvere le questioni. La crisi, insomma, può, anzi, deve essere una grande opportunità per ritrovare quello che unisce, per rafforzare il senso di una comunità di destino e la passione per rendere il nostro Paese e il mondo migliore».

Quindi il porporato ha fatto un riferimento alle ultime emergenze che ci hanno coinvolto: «Le pandemie – ricorda – ci hanno reso tutti consapevoli della vulnerabilità, di come può essere messo in discussione quello che appariva sicuro, come tragicamente vediamo con la guerra e le sue pericolose conseguenze internazionali. Dal dopoguerra non abbiamo mai vissuto una congiuntura così complessa, a causa dell’inflazione e delle diseguaglianze in aumento, del debito pubblico che ha raggiunto una dimensione enorme, del ritorno a un confronto tra blocchi che assorbe enormi energie e impedisce lo sviluppo, dell’emergenza climatica e ambientale, della difficoltà del mondo del lavoro con la condanna al precariato con il suo carico di fluidità».

In particolare la pandemia di Covid-19, per il presidente della Cei, ha riacceso l’attenzione sulla necessità di farsi prossimi: «Le fragilità merse con il Covid – osserva -, ad iniziare dagli anziani non autosufficienti, le persone disabili, i tanti malati psichici, la tanta e atroce solitudine, richiedono una protezione della persona efficace che solo uno straordinario impegno può permettere. È quello che Papa Francesco chiama amore politico. Non possiamo costruire il futuro delle prossime generazioni avendo come unico orizzonte il presente, perché gli interessi di corto respiro diventano inevitabilmente interessi di parte, individuali».

Infine, il ritorno alla stretta individualità richiamando i politici ai propri doveri: «Si presenta, inevitabile – ricorda il cardinale Zuppi -, l’ora dei doveri e delle responsabilità per cui la politica dovrà trovare il più virtuoso punto d’incontro tra ciò che è buono e ciò che è realmente possibile, perché le risorse esistenti non vadano sprecate ma collocate al servizio del bene comune e dell’intera popolazione. È un tempo nel quale dobbiamo ricostruire il senso di comunità, in cui, come ha ricordato il presidente Mattarella, occorre un ‘contributo costruttivo’ da parte di tutti, specialmente di chi sceglie di impegnarsi nella vita politica. E ci auguriamo siano tanti e con tanta e profonda motivazione per il bene comune».

Tra l’altro, il prossimo 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, la Conferenza episcopale italiana è stata invitata a compiere il gesto dell’offerta dell’olio per la lampada votiva sulla tomba del Santo: «Sarà un momento di gratitudine – conclude il presidente della Cei – per quanti stanno aiutando il popolo italiano a far fronte agli effetti della pandemia. Sarà anche occasione per una preghiera speciale per l’Italia e per la pace».

About Davide De Amicis (4381 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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