“Ogni ministero è una chiamata di Dio per il bene della comunità”
"Per poter ascoltare la voce dello Spirito e non arrestare il processo – raccomanda Francesco -, facendo attenzione a non volerlo forzare imponendo scelte che sono frutto di visioni ideologiche, sarà utile la condivisione, tanto più nel clima del cammino sinodale, delle esperienze di questi anni"
Ieri Papa Francesco ha indirizzato un messaggio ai vescovi, ai sacerdoti e ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici nel cinquantesimo anniversario della lettera apostolica in forma di motu proprio “Ministeria quaedam” di San Paolo VI: «All’origine di ogni ministero – ricorda il Papa – vi è sempre Dio che con il suo Santo Spirito opera tutto in tutti (cfr. 1Cor 12,4-6); la finalità di ogni ministero è sempre il bene comune (cfr. 1Cor 12,7), l’edificazione della comunità (cfr. 1Cor 14,12). Ogni ministero è una chiamata di Dio per il bene della comunità. Nel contesto fecondo ma non privo di tensioni seguito al Concilio Vaticano II, questo documento ha offerto alla Chiesa una significativa riflessione (sui ministeri, ndr) che non ha avuto il solo risultato di rinnovare la disciplina riguardante la prima tonsura, gli ordini minori e il suddiaconato nella Chiesa latina – come dichiarato nel titolo –, ma ha offerto alla Chiesa una importante prospettiva che ha avuto la forza di ispirare ulteriori sviluppi».
Il Pontefice ha poi ricordato le recenti Lettere apostoliche, in forma di motu proprio, con le quali è intervenuto sul tema dei ministeri istituiti. La prima, Spiritus Domini, del 10 gennaio 2021, ha modificato il can. 230 §1 del Codice di Diritto Canonico circa l’accesso delle persone di sesso femminile al ministero istituito del Lettorato e dell’Accolitato. La seconda, Antiquum ministerium, del 10 maggio 2021, ha istituito il ministero di Catechista: «Questi due interventi – precisa il Santo Padre – non devono essere interpretati come un superamento della dottrina precedente, ma come un ulteriore sviluppo reso possibile perché fondato sugli stessi principi – coerenti con la riflessione del Concilio Vaticano II – che hanno ispirato Ministeria quaedam».
Quindi il Santo Padre ha ribadito l’importanza del discernimento, sottolineando come «San Paolo VI, applicando gli insegnamenti conciliari, ha operato in Ministeria quaedam un vero discernimento ed ha indicato la direzione per poter proseguire il cammino. Infatti, accogliendo le istanze di non pochi Padri conciliari, ha rivisto la prassi in vigore adattandola alle esigenze di quel momento, ed ha riconosciuto alle Conferenze episcopali la possibilità di chiedere alla Sede Apostolica l’istituzione di quei ministeri ritenuti necessari o molto utili nelle loro regioni».
Papa Bergoglio ha poi rivolto un invito alla Chiesa: «Per poter ascoltare la voce dello Spirito e non arrestare il processo – raccomanda Francesco -, facendo attenzione a non volerlo forzare imponendo scelte che sono frutto di visioni ideologiche, sarà utile la condivisione, tanto più nel clima del cammino sinodale, delle esperienze di questi anni».
Infine un auspicio: «Desidero nei prossimi mesi, nelle modalità che verranno definite – conclude Papa Francesco -, avviare un dialogo sul tema con le Conferenze episcopali, per poter condividere la ricchezza delle esperienze ministeriali che in questi cinquant’anni la Chiesa ha vissuto sia come ministeri istituiti (lettori, accoliti e, solo recentemente, catechisti) sia come ministeri straordinari e di fatto».