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L’arte, via per conoscere Dio e l’uomo

L’esempio del centro Aletti di Roma e il mosaico della comunione

Quando Albert Camus, il famoso filosofo e scrittore francese, affermava che «l’arte contesta il reale, ma non vi si sottrae» forse aveva ragione. La vita ci mette davanti, spesso, situazioni negative che tendono a farci smarrire la “retta via”e l’arte può essere uno dei linguaggi utili all’uomo per ritrovare il senso dell’esistenza e metterlo in comunicazione con il divino.

Come non menzionare, allora, il Centro Aletti di Roma con le sue opere che provocano e rinvigoriscono il rapporto tra l’uomo e Dio.

Fondato nel 1992 dalla Compagnia di Gesù e inaugurato da Giovanni Paolo II le sue attività riguardano la spiritualità, la formazione, la teologia in dialogo con la cultura contemporanea, l’arte e la liturgia, il tutto però letto alla luce del rapporto tra Oriente e Occidente cristiano.

Il mèntore (se così è possibile definirlo) del Centro è stato sicuramente il cardinale gesuita Tomas Špidlìk profondo conoscitore della cultura e della spiritualità orientale, scomparso il 16 aprile del 2010. Altro esponente di notevole importanza è padre Marko Rupnik, sacerdote e mosaicista di fama conosciuto anche per la sua attività pastorale svolta attraverso conferenze e come guida di corsi ed esercizi spirituali.

Nello staff Michelina Tenace, docente di antropologia teologica presso la Pontificia università Gregoriana.

Il luogo nel quale gli studiosi e gli artisti del centro si ritrovano per operare, ma anche per pregare, sono gli atelier: luoghi atti a favorire l’incontro tra l’arte e la fede, non dimenticando l’aspetto comunitario, anch’esso importante e significativo a causa delle diverse religioni e provenienze degli stessi membri.

All’atelier di arte si è affiancato da pochi anni quello di teologia: «è nato da un’intuizione di padre Rupnik e del cardinale Špidlìk” – spiega la Tenace – si insegnano le principali discipline della teologia, come la dogmatica, il tutto però tenendo in considerazione come le stesse materie vengono insegnate in Oriente».

La principale forma artistica utilizzata nelle opere realizzate dal centro del mosaico, considerato simbolo della comunione dei credenti: essa è definita come opera “corale” non individuale e nel quale ogni artista ha il suo compito e la sua importanza, così come dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) accadere nella comunità cristiana.

Il Centro Aletti, insomma, è un esempio fruttuoso di come «il vivere insieme – lo definiva Giovanni Paolo II – il conoscersi, l’affrontare approfondimenti comuni sia una via regale nella ricerca di una più profonda comunione fra le Chiese».

About Luca Mazzocchetti (49 Articles)
Nato il 2 luglio del 1985. Studia Lettere moderne all'Università "G. D'Annunzio"di Chieti e poi Didattica dell'italiano come L2 e LS presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere nella sede di Pescara della stessa Università. Ha frequentato la Scuola vaticana di biblioteconomia. Bibliotecario professionista, membro del Comitato Esecutivo Regionale dell' AIB (Associazione Italiana Biblioteche), sezione Abruzzo; docente di scuola secondaria e già professore dell'ISSR "G. Toniolo" di Pescara; direttore della biblioteca "Carlo Maria Martini" e dell'archivio storico dell'Arcidiocesi di Pescara - Penne. Ha scritto diversi articoli per riviste professionali, come "Biblioteche oggi" e "Bibelot: notizie dalle Biblioteche toscane".