Ucraina: 9,3 milioni di persone necessitano di assistenza alimentare
"Con l’inverno appena iniziato e i continui attacchi alle infrastrutture civili che lasciano la popolazione senza acqua, elettricità e riscaldamento – avverte Simone Garroni, direttore di Azione contro la fame in Italia –, i bisogni continueranno ad aumentare e sarà necessario sostenere a lungo termine le capacità delle organizzazioni umanitarie, non solo in Ucraina ma anche nei Paesi limitrofi. Nel potenziare la nostra risposta di emergenza, e auspicando che si giunga presto alla cessazione del conflitto, facciamo ancora una volta appello a tutte le parti affinché la fame non venga usata come arma di guerra, come previsto dalla risoluzione 2417 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite"
A quasi un anno dall’inizio della guerra, la situazione in Ucraina è del tutto instabile con circa 9,3 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza alimentare, come conseguenza diretta del conflitto a cui si aggiunge un’inflazione al 24,6% che limita di molto la capacità di accesso al cibo. E, come se tutto ciò non bastasse, la situazione è ulteriormente aggravata dall’inverno, dai danni alle infrastrutture e alla rete elettrica: «Con l’inverno appena iniziato e i continui attacchi alle infrastrutture civili che lasciano la popolazione senza acqua, elettricità e riscaldamento – avverte Simone Garroni, direttore di Azione contro la fame in Italia –, i bisogni continueranno ad aumentare e sarà necessario sostenere a lungo termine le capacità delle organizzazioni umanitarie, non solo in Ucraina ma anche nei Paesi limitrofi. Nel potenziare la nostra risposta di emergenza, e auspicando che si giunga presto alla cessazione del conflitto, facciamo ancora una volta appello a tutte le parti affinché la fame non venga usata come arma di guerra, come previsto dalla risoluzione 2417 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. E di adempiere agli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario di proteggere i civili e le infrastrutture civili dall’impatto diretto e indiretto delle ostilità».
Dall’inizio della guerra Azione contro la fame sta garantendo l’assistenza umanitaria tanto alle persone rimaste in Ucraina, quanto ai rifugiati accolti nei Paesi confinanti, come Polonia, Romania e Moldavia dove il clima è pesante perché l’accoglienza pesa sul fronte interno, sia come capacità di risposta che di tensioni sociali. Tra l’altro, l’associazione è stata già presente in Ucraina dal 2014 al 2018 e tra marzo e ottobre di quest’anno, è già riuscita a raggiungere oltre 350 mila persone, prevedendo anche di aumentare il proprio intervento sul campo. Gli interventi, di tipo multisettoriale, comprendono: assistenza alimentare e nutrizionale, servizi igienici e idrici, interventi di tipo psicologico e aiuti economici per i bisogni immediati dei più vulnerabili. E nelle zone direttamente coinvolte negli scontri, l’organizzazione opera anche sostenendo i commercianti locali per rafforzare l’accesso ai beni essenziali, distribuendo pasti caldi e generi di prima necessità, supportando il rifornimento di acqua potabile e i servizi igienici con la distribuzione di kit e di materiali per i sistemi di trattamento e di distribuzione dell’acqua colpiti dai bombardamenti.
UNICEF: 7 MILIONI DI BAMBINI UCRAINI SENZA LUCE, RISCALDAMENTO E ACQUA
Ma a soffrire, per la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, sono soprattutto i bambini con 7 milioni di loro – quasi tutti – che vengono costantemente privati dell’accesso all’elettricità, al riscaldamento e all’acqua, a causa dei continui attacchi alle infrastrutture energetiche, correndo rischi sempre più grandi a causa dell’arrivo dell’inverno e del freddo sempre più pungente. È questa la denuncia di Catherine Russell, direttore generale dell’Unicef, la quale ha chiesto protezione per i bambini e le infrastrutture civili. Senza elettricità, infatti, oltre a dover affrontare il freddo estremo – con le temperature che in inverno possono scendere sotto i -20 gradi Celsius – non possono neanche proseguire le attività di didattica a distanza. Queste ultime, per molti bambini, rappresentano l’unico accesso all’istruzione viste le tante scuole danneggiate o distrutte. Inoltre, le strutture sanitarie potrebbero non poter più offrire i servizi di base e il malfunzionamento dei sistemi idrici aumenta il rischio, già molto alto, di polmonite, influenza stagionale, malattie legate all’acqua e Covid-19. Gli attacchi aumentati a ottobre, tra l’altro, hanno distrutto il 40% della produzione di energia dell’Ucraina, esponendo ancora di più le famiglie al rigore invernale, con effetti sui mezzi di sussistenza e incrementando le probabilità di nuove migrazioni.
Secondo l’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni unite per gli affari umanitari, nonostante le riparazioni in esecuzione, il 28 novembre il sistema energetico ucraino è stato in grado di far fronte soltanto al 70% del picco di domanda di produzione di energia. Il freddo inverno, la perdita di reddito e la crisi energetica e socioeconomica alimentata dalla guerra sono distruttivi per il benessere dei bambini e delle famiglie. I redditi delle famiglie e l’accesso ai servizi sono stati ridotti drasticamente dalla distruzione delle infrastrutture in questi circa 10 mesi di guerra. Anche l’Onu, dunque, conferma come la situazione sia particolarmente grave per i 6,5 milioni di persone, fra cui 1,2 milioni di bambini, che al momento sono sfollati all’interno dell’Ucraina. Nelle aree precedentemente colpite da combattimenti e ora nuovamente tornate accessibili, l’Unicef ha iniziato a distribuire kit di indumenti invernali, boiler per l’acqua e generatori nelle aree di prima linea e di recente accesso delle provincie di Kharkiv, Kherson e Donetsk. Finora sono stati acquistati rifornimenti per l’inverno per un valore di oltre 20 milioni di dollari. Al momento, l’Unicef ha fornito accesso ad assistenza sanitaria primaria a circa 4,9 milioni di bambini e donne in Ucraina.