Lavoro povero: “La politica assuma azioni di contrasto significative”
La carità, come dice il nostro arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti, non si delega - ricorda Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne -. La carità è un fatto personale che va vissuto in comunità, comunitariamente. Questo è l'invito che faccio a tutti i lettori de La Porzione.it... Scegliamo un tempo da donare agli altri, non per forza per la Caritas o in Caritas, ma scegliamo un tempo da donare agli altri per mettere insieme le nostre energie migliori che abbiamo e per dare prospettive di speranza e di futuro a chi oggi vede il buio nella sua vita"
È stata una giornata di festa, comunione e condivisione l’ottava Giornata mondiale dei poveri – dal tema “La preghiera del povero sale fino a Dio” – vissuta ieri nella Chiesa di Pescara-Penne attraverso le iniziative ideate dalla Caritas diocesana in collaborazione con i movimenti laicali impegnati nella pastorale della carità.
Fin dal primo mattino è stata la “Colazione in compagnia dei poveri”, preparata dalla Comunità di Sant’Egidio presso la parrocchia di San Giuseppe a Pescara, ad animare la giornata dei bisognosi che poi si sono spostati nella Cittadella dell’accoglienza “Giovanni Paolo II”, per vivere dapprima la santa messa celebrata da don Luca Anelli nella cappella dedicata a Madre Teresa di Calcutta e poi il Pranzo comunitario della Caritas diocesana, organizzato in collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII e con l’animazione musicale folk del duo “I lupi della Majella”: «Il nostro desiderio – premette Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne – era quello di vivere insieme innanzitutto una giornata di festa».
Tra l’altro, hanno contribuito al servizio in mensa anche dieci detenuti della Casa Circondariale di San Donato a Pescara, accompagnati da suor Livia Ciaramella. Ma il momento più significativo, nel pomeriggio, è stata la mostra-performance che ha visto protagonisti gli assistiti del progetto “Point” della Caritas diocesana i quali, all’interno del salone della Cittadella dell’accoglienza, hanno coinvolto il pubblico presente in un’esperienza immersiva nella quale trovarsi a tu per tu con le criticità che una persona povera è chiamata ad affrontare ogni giorno per sopravvivere. Ogni problematica corrispondeva ad un quadro di vita animato da alcuni accolti della Caritas che, al termine della performance, chiedevano provocatoriamente agli spettatori “Io sono povero… E tu?”: «L’idea – precisa De Dominicis – era quella di instillare nei visitatori il dubbio, la domanda, la curiosità, così da scoprire quello che noi viviamo quotidianamente servendo i poveri, quindi non solo nella Giornata mondiale dei poveri, ma in questa giornata offrire la possibilità a qualcun altro di riflettere su questo».
Dalla vita all’addiaccio alla solitudine, passando per l’impossibilità di pagare le bollette. Sono stati questi gli scenari rappresentati dagli speciali performer nella mostra, che corrispondono alle criticità rilevate quotidianamente dagli operatori della rete Caritas: «Gli scenari sono questi e non solo questi – approfondisce il direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne -. Ci sono anche tante famiglie che vivono situazioni di precarietà e di fragilità. C’è un altro mondo, quello del carcere, che è un altro nervo scoperto del nostro Paese, perché le condizioni di detenzione sono assolutamente inaccettabili per un Paese civile come il nostro. Sono quelle che noi riscontriamo nella lettura del territorio attraverso l’Osservatorio delle povertà e delle risorse e sono quelle che ha fotografato, qualche giorno fa, l’ultimo rapporto di Caritas italiana “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza”, che si è proprio concentrato sul mondo del carcere e sul mondo del lavoro povero che è un altro tema importante di questo momento. Persone che lavorano anche più di dieci ore al giorno, ma che alla fine del mese non riescono a racimolare quanto è necessario per una vita dignitosa, non per una vita ricca, ma per una vita dignitosa. Allora queste sono le politiche che vanno attuate e questo è l’impegno che noi, come società civile, dobbiamo mettere in campo e sul quale dobbiamo pungolare la politica nazionale, ma anche le politiche regionali e le politiche comunali, che da questo punto di vista devono mettere in campo azioni di contrasto alle povertà significative».
Un discorso a parte merita anche la problematica, altrettanto grave e presente, della povertà educativa: «Che coinvolge – precisa Corrado De Dominicis – tutto il nucleo familiare e non solo i bambini che si trovano in situazioni di disagio, il quale può essere un bisogno educativo speciale, un disturbo specifico dell’apprendimento o di questo tipo. Non possiamo pensare di intervenire sulla povertà educativa, quindi con politiche rivolte ai ragazzi, senza prendere in carico i nuclei familiari perché sarebbe un’utopia. Non possiamo pensarla se non come una connessione di multidimensionalità della povertà da tenere insieme».
Ma dalla società civile, anche dai tanti volontari che hanno prestato servizio nella Giornata mondiale dei poveri pescarese, arrivano segni di speranza: «A quelli – conclude il direttore della Caritas diocesana – ci dobbiamo allacciare. Ci dobbiamo agganciare alla possibilità e alla capacità di tante persone che, non solo oggi, hanno fatto servizio e che sono volontari a tempo pieno. Di tante persone che sono disponibili a mettersi in gioco nel servizio verso le persone più fragili e quelle dobbiamo premiare, quelle dobbiamo incoraggiare, facendo sì che la nostra testimonianza della carità possa essere contagiosa in questo senso. La carità, come dice il nostro arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti, non si delega. La carità è un fatto personale che va vissuto in comunità, comunitariamente. Questo è l’invito che faccio a tutti i lettori de La Porzione.it… Scegliamo un tempo da donare agli altri, non per forza per la Caritas o in Caritas, ma scegliamo un tempo da donare agli altri per mettere insieme le nostre energie migliori che abbiamo e per dare prospettive di speranza e di futuro a chi oggi vede il buio nella sua vita».
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