Disabilità e lavoro: a Pescara il seminario della Chiesa italiana
L'inclusione di persone con disabilità nelle aziende – conclude suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale Cei per la pastorale delle persone con disabilità -, favorisce una cultura di diversità e rispetto che arricchisce l’intero ambiente di lavoro, migliorando il clima organizzativo e aumentando la produttività"
Sarà il saluto dell’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti ad aprire il terzo seminario di studio su disabilità e lavoro, tra buone pratiche e nuove sinergie, dal titolo “Un altro punto di vista: la forza delle reti comunitarie” che avrà luogo domani – lunedì 25 novembre – presso la sede del Trasporto unico Abruzzese (Tua) in via San Luigi Orione a Pescara.
Un appuntamento in presenza, accessibile in lingua dei segni e sottotitolazione, corganizzato e promosso dalla Conferenza episcopale italiana, in particolare dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro: «La persona con disabilità – premette don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro – è in grado di suscitare un cambio di paradigma sociale e culturale anche nel mondo del lavoro».
I lavori di questo seminario partono dal presupposto che le reti comunitarie assumono un ruolo importante nell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità: «Esse, infatti – sottolineano in una nota il Servizio nazionale delle persone con disabilità e l’Ufficio nazionale per problemi sociali e il lavoro Cei -, offrono un supporto integrato che va oltre l’ambito occupazionale. Così la creazione di solidi legami tra istituzioni, aziende, associazioni, famiglie e persone con disabilità, contribuisce a creare un ambiente di lavoro più inclusivo e sensibile alle esigenze di tutti i lavoratori. Nessuno escluso».
In base al programma, dopo i saluti istituzionali, la sessione mattutina dei lavori verrà aperta dalla riflessione della rete delle università abruzzesi. In seguito verranno presentati dati, persone e prospettive dal rapporto Cbm su disabilità e povertà nelle famiglie in Italia. Successivamente, ci sarà l’intervento su lavoro e persone con disabilità nella riflessione sociale della Chiesa. La mattinata si concluderà con la testimonianza di Nico Acampora, educatore e fondatore di “PizzAut”, che ha cambiato la vita di tanti ragazzi autistici, dimostrando che l’inclusione lavorativa non solo è possibile, ma è anche una risorsa per l’azienda stessa.
A tal proposito, un’ulteriore dimostrazione concreta arriverà dai workshop del pomeriggio su sull’architettura che include, il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. E ancora sull’artigianato come dimensione relazionale e produttiva nel Terzo Settore, che vede nel giovane Eustachio Santochirico – per tutti Uccio – maestro cartapestaio e animatore di comunità, il promotore di un’esperienza tutta da raccontare. Nella sua Matera, infatti, Uccio cerca di coniugare ogni giorno arte e animazione sociale. Gli altri workshop, inoltre, si soffermeranno sui temi della dignità lavorativa e delle tecnologie di inclusione lavorativa: «Tutto questo – ribadiscono il Servizio nazionale delle persone con disabilità e l’Ufficio nazionale per problemi sociali e il lavoro Cei – è stato finora e sarà possibile ancora grazie alla tenuta delle reti comunitarie, che permettono di abbattere barriere culturali, pratiche e normative, spesso ostacolo per l’accesso delle persone con disabilità al mondo del lavoro. E garantire un inserimento lavorativo più agevole e duraturo, perché sostenuto con continuità».
Quindi il seminario di studio di domani sarà un’occasione per approfondire le buone pratiche, già adottate dalle aziende sensibili al tema, e per sviluppare nuove sinergie tra il mondo imprenditoriale, le istituzioni e le organizzazioni di supporto: «Se vogliamo risolvere e accentuare dei cambi di paradigma culturali – osserva don Bignami -, come per esempio il modello che non misura il valore delle persone in base alla quantità di lavoro ma in base alla qualità relazionale, allora capiremo che le persone con disabilità possono essere non un fattore trainato dell’economia, ma un fattore trainante. Esse sono in grado di arricchire le comunità di lavoro della loro presenza, spirito, della loro visione delle cose. La persona con disabilità è in grado di suscitare un cambio di paradigma sociale e culturale. Anche nel mondo del lavoro».
Sulla stessa linea è anche suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità Cei: «L’inclusione di persone con disabilità nelle aziende – conclude la suora -, favorisce una cultura di diversità e rispetto che arricchisce l’intero ambiente di lavoro, migliorando il clima organizzativo e aumentando la produttività».
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