Violenza di genere: “Aumentano le richieste di aiuto, ma la paura è ancora tanta”
È stato reso noto ieri il report del Centro Antiviolenza Ananke sulla situazione vissuta nel terrorio di Pescara in tema di violenza di genere alla presenza delle istituzioni, delle forze dell'ordine e degli studenti delle scuole superiori
Ieri mattina, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, i giovani studenti delle scuole superiori di Pescara sono stati accolti all’Aurum dal sindaco Carlo Masci, dall’assessore alle Politiche Sociali Adelchi Sulpizio, dal prefetto Flavio Ferdani, dal già presidente del Tribunale Angelo Mariano Bozza e dal procuratore aggiunto Annarita Mantini. L’incontro, organizzato dall’assessorato alle Politiche Sociali nell’ambito della rassegna “365 giorni no alla violenza sulle donne”, è stato anche l’occasione per il Centro Antiviolenza Ananke, presieduto da Daniela Gagliardone, di rendere noti i dati relativi alla situazione sul territorio pescarese.
Dal report è emerso che, rispetto al 2023, nel corso del 2024 c’è stato un aumento del 4% di donne che hanno contattato il centro antiviolenza per la prima volta o hanno avviato un percorso di fuoriuscita dalla violenza. «Il fatto che sia aumentata la percentuale del primo contatto – ha affermato Anna Teresa Murolo, responsabile del Centro Antiviolenza Ananke di Pescara – significa che molte donne sanno dell’esistenza del centro antiviolenza e sono determinate a uscire dalle situazioni di violenza, ma allo stesso tempo c’è ancora tanta reticenza e tanta paura nel chiedere aiuto». A conferma di ciò, i dati riferiscono che su 350 contatti, sono solo 150 le donne che hanno scelto di seguire un percorso all’interno del centro antiviolenza. «Il 94% delle donne – è scritto sul resoconto di Ananke – si è rivolta al centro chiedendo ascolto e supporto emotivo», ma sono altrettanto rilevanti «le richieste di informazione sul centro antiviolenza (62%)», mentre rimangono stabili le richieste di consulenza legale, al 42%.
La maggior parte delle donne che si rivolgono al centro antiviolenza, ancora secondo il report di Ananke, si trovano nella fascia di età 40-49 anni (42%), hanno un titolo di studio medio-alto (58%) e sono occupate (51%), anche se in alcuni casi in maniera precaria (11%). Il 68% delle donne richiedenti hanno figli a carico, che nel 66% casi hanno assistito alla violenza oppure l’hanno subita, come dichiara il 48%. Per quanto riguarda il tipo di violenza subita, si riscontra una forte prevalenza di violenza psicologica (82%), seguita da quella fisica (51%) e da quella economica (30%), ma non appaiono trascurabili nemmeno lo stalking (25%) e la violenza sessuale (10%), che generalmente non costituiscono episodi singoli, ma si ripetono nel tempo.
Nella giornata di oggi è emerso anche l’identikit dell’autore di violenza, grazie ai dati forniti dal Centro Uomini Autori di Violenza (Cuav) Itinere, del Comune di Pescara. Nel 49% dei casi l’autore di violenza è il partner della vittima, l’ex partner nel 35%, è italiano (93%) di età compresa tra i 40-49 anni (40%), con un’occupazione (63%). «C’è un dato importante – ha sottolineato l’assessore alle Politiche Sociali Adelchi Sulpizio –. Sono stati in 34, a rivolgersi al Cuav, di cui 20 nell’ambito di un percorso obbligatorio mentre 14 lo hanno fatto in autonomia, il che fa ben sperare».
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