Riflettori “Ici” sugli edifici diocesani
Potrebbe riguardare molto presto anche gli immobili della curia pescarese, la proposta lanciata dal presidente del Consiglio Mario Monti, relativa all’estensione del pagamento dell’Ici o Imu anche agli edifici di proprietà ecclesiale. Si cerca di capire se pagheranno l’Ici solo gli edifici destinati ad utilizzo commerciale – come già avviene regolarmente, o se saranno obbligate alla tassa altre “destinazioni d’uso”.
Nel caso dell’arcidiocesi di Pescara-Penne, l’eventuale nuova normativa potrebbe interessare la palazzina, adiacente la Cattedrale di San Cetteo, che ai piani superiori ospita l’Istituto di scienze religiose “Toniolo” e gli uffici della Caritas, immobili nei quali, comunque, si svolge “attività pastorale diretta”. Pagano già regolarmente l’Ici, secondo le normative già esistenti, invece, i locali del piano terra sono stati affittati ad un bar e un ristorante. Dovrebbero restare esenti gli edifici del Istituto “Paolo VI” e l’immobile ospitante l’Istituto “Don Orione”, entrambi centri riabilitativi di tipo “no profit” operanti in convenzione con la Regione Abruzzo.
La verifica è ovviamente da effettuare sui diversi edifici presenti, in città, di parrocchie e istituti religiosi. Quelli commerciali già rispettano il pagamento, le nuove norme coinvolgeranno altri immobili?:«Dobbiamo studiare l’emendamento proposto dal Governo – ha precisato don Antonio Di Giulio, economo diocesano – prima di stabilire con precisione quali immobili interesserà».