Tre giorni di festa in onore di San Cetteo
A cinquant’anni di distanza, durante i quali i festeggiamenti sono state dapprima sospesi ed in seguito ricollocati il 10 ottobre come da calendario, torna a celebrarsi d’estate la festa di San Cetteo, patrono della città di Pescara e dall’arcidiocesi, con una tre giorni di eventi liturgici e ricreativi che si susseguiranno da domani a domenica.
Una decisione, quest’ultima, presa dall’arcivescovo Valentinetti e dall’abate della Cattedrale di San Cetteo don Francesco Santuccione, accogliendo l’invito dei fedeli: «Pur confermando la solennità liturgica del 10 ottobre – spiega l’abate Santuccione -, abbiamo ripristinato i festeggiamenti estivi per ricreare un evento di popolo che consenta la riscoperta della figura di San Cetteo creando, inoltre, un movimento turistico che rivitalizzi gli operatori commerciali fiaccati dalla crisi».
Cetteo era il vescovo di Amiterno che, nel VII secolo, morì da martire gettato con una pietra al collo nelle acque del fiume Aterno (poi Pescara) dai dominatori longobardi che lo accusavano di tradimento: «Quest’uomo – sottolinea l’abate di San Cetteo – si è speso per l’evangelizzazione della nostra terra, fino ad essere ucciso. Una figura che riscopriremo, dedicandogli un libro ed un fumetto per ragazzi».
Quanto ai festeggiamenti religiosi, il culmine si avrà dapprima sabato quando, alle 18.30, l’abate emerito don Giuseppe Natoli celebrerà una messa nel suo cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale e poi domenica, sempre alle 18.30, quando l’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti celebrerà il Pontificale solenne seguito dalla processione cittadina che attraverserà viale D’Annunzio, via Caduta del Forte, Ponte Risorgimento con la tradizionale benedizione del fiume e della città, viale Marconi e via Conte di Ruvo.
Parlando dei festeggiamenti civili, sabato alle 19.30 non mancherà il divertimento per i più piccoli, grazie allo spettacolo del clown Toppy, mentre domenica sarà la musica della banda Città di Bracigliano ad animare le riviere nord e sud, al mattino, e piazza Garibaldi la sera. Non mancheranno, infine, stand gastronomici, lotteria di beneficenza ed i fuochi pirotecnici.
Speriamo di leggere presto un bell’articolo di Sabrina o di Claudia su san Camillo de Lellis o su san Vittorino di Amiternum, dei quali si festeggerà a breve la memoria liturgica!
Pardon… Varrasso.
Rinvio il lettore curioso a un ottimo articolo di A. A. Verrasso, “La storia di San Cetteo”, pubblicato su “Notizie d’Abruzzo” e reperibile on line. La Passio del martire testimonia un difficile modus vivendi fra invasori Longobardi ariani e indigeni Italici cattolici, con l’intervento interessato dei Bizantini e profondi dissensi interni fra i vari capi germanici assetati di potere. In questo quadro di devastazioni e slealtà si colloca l’attività di defensio e tuitio del vescovo verso il suo gregge.