“Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio”
«Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire la vostra vita su basi grandi e solide! Non accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi e di giocare in pienezza il vostro futuro insieme a Gesù».
È stato questo il forte invito rivolto ieri da Papa Francesco agli oltre 20 mila giovani d’Abruzzo e Molise, di età compresa fra i 14 ed i 35 anni che, fin dalle prime luci dell’alba si sono mossi dalle rispettive diocesi alla volta del Santuario mariano di Castelpetroso, in provincia di Isernia, per partecipare all’incontro col Santo Padre definito una mini giornata mondiale della gioventù, all’interno del suo viaggio pastorale compiuto in Molise. Erano le quattro del mattino quando, a bordo di oltre 10 pullman, è partita la delegazione teramana seguita, negli stessi minuti, dai 1.200 giovani aquilani (270 provenienti dalla diocesi di Sulmona, 500 provenienti dalla diocesi di Avezzano e 430 giunti dall’arcidiocesi de L’Aquila).
Successivamente sono partiti i 580 giovani chietini, seguiti dai 1.400 giovani pescaresi tra cui spiccavano i Cleopa, la band della Pastorale Giovanile che ha avuto l’onore di animare l’intensa mattinata che, in un alternarsi di canti e preghiere, ha condotto i giovani dapprima a partecipare la Santa Messa e quindi all’incontro con il Santo Padre. Papa Francesco è atterrato in elicottero puntualissimo, alle ore 15, nei pressi del Santuario e ha salutato la folla osannante dei 20 mila attraversando la spianata del santuario a bordo di un’insolita jeep verde.
Quindi l’arrivo sul palco accolto dal saluto di monsignor Pietro Santoro, vescovo di Avezzano e delegato della Conferenza episcopale abruzzese e molisana alla Pastorale Giovanile, che ha sottolineato le tante difficoltà incontrate dai giovani della nostra terra: «La gioventù d’Abruzzo e Molise – esordisce il vescovo dei Marsi – è sana, anche se portatrice di cicatrici quali disoccupazione, precarietà ed esposizione al pensiero unico che getta diserbante etico sui loro sogni. Ma questi giovani vogliono restare qui per essere seminatori di una terra, dove possano crescere le piante della fraternità e della giustizia».
Un monito, quello espresso da monsignor Santoro, immediatamente raccolto dal Papa che si è rivolto ai giovani incoraggiandoli a non arrendersi: «Una generazione senza lavoro – denuncia Papa Francesco – è una sconfitta futura per la patria e per l’umanità: dobbiamo lottare per questo e aiutarci gli uni gli altri per trovare una nuova via, una via di aiuto, di solidarietà. I giovani hanno la capacità di essere solidali. Eppure, la solidarietà è una parola che non piace sentire al giorno d’oggi. Ma non una parolaccia: è una parola cristiana per andare avanti e superare i problemi».
Ed i 20 mila ragazzi di Castelpetroso, al termine, sono quindi ripartiti caricati dopo l’incontro diretto con il Pontefice che ha letteralmente riacceso i loro cuori: «Ho avuto la fortuna – racconta Carmine Di Paolo, un giovane pescarese – di sedere sul paco, ad un metro da lui. Quando ho visto Papa Francesco dal vivo, è stato come andare in contro a Gesù: mi ha lasciato una gioia dentro, che non riesco a metabolizzare».