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Legalizzazione della Cannabis: “Un’irresponsabilità di Stato”

"Sono noti - denuncia Paola Ricci Sindoni - gli effetti deleteri di questa droga, chiamata falsamente “leggera” e l’espressione per “uso ricreativo” è una ingenuità ipocrita che nasconde dietro le parole le drammatiche conseguenze del suo uso irresponsabile"

Lo ha denunciato ieri Paola Ricci Sindoni, presidente dell’associazione Scienza & Vita, commentando l’iniziativa legislativa dei parlamentari promotori

«La proposta di legge dei 218 parlamentari relativa ad una normativa sull’uso della cannabis è solo l’ennesimo atto di un’offensiva che perdura da anni, volta alla liberalizzazione delle droghe. Ma uno Stato che rende lecito un comportamento dannoso, non fa il bene dei propri cittadini e di questo se ne deve assumere la responsabilità».

Paola Ricci Sindoni, presidente Scienza & Vita

Paola Ricci Sindoni, presidente Scienza & Vita

Lo ha affermato ieri Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita, commentando l’iniziativa legislativa: «Sono noti – denuncia la Ricci Sindoni – gli effetti deleteri di questa droga, chiamata falsamente “leggera” e l’espressione per “uso ricreativo” è una ingenuità ipocrita che nasconde dietro le parole le drammatiche conseguenze del suo uso irresponsabile».

Allo stesso modo, secondo l’associazione, liberalizzare tout court evoca un messaggio pericoloso: «Che la droga – osserva la presidente di Scienza & Vita – non fa male e che lo spinello, in fondo, è innocuo. Una legge non dovrebbe forse avere anche un fine educativo?».

Un conto, a detta di Paola Ricci Sindoni, è prescrivere farmaci cannabinoidi in determinate condizioni di gravi disturbi, tutt’altro è giocare in maniera volutamente ambigua con la scarsa dimestichezza dei non addetti ai lavori e contrabbandare la cannabis come panacea in grado di curare le più svariate patologie: «Non è inusuale – sottolinea la Ricci Sindoni -, soprattutto sui social network, leggere false informazioni ed esagerazioni legate alle proprietà terapeutiche della cannabis che ne dovrebbero favorire una pronta liberalizzazione, dimenticando che persino un banale antibiotico si assume solo sotto controllo medico. Intrecciare due livelli differenti, quello medico e quello legato all’uso indiscriminato della droga, serve solo a intorbidire la verità dei fatti avvolgendola in una sconcertante confusione».

Una secca condanna è giunta anche dalla Comunità Papa Giovanni XXIII: «Incredibile – sbotta Giovanni Ramonda, il responsabile generale – che di fronte ad una generazione giovanile che chiede opportunità di studio, di lavoro e abitative per costruirsi un futuro i nostri parlamentari si trovino uniti nel rendere più agevole e legale l’uso di droghe.

Giovanni Ramonda, responsabile generale Comunità Papa Giovanni XXIII

Giovanni Ramonda, responsabile generale Comunità Papa Giovanni XXIII

Dunque per l’associazione, fondata da don Oreste Benzi, pensare di controllare l’uso di droghe legalizzandolo è un’assurdità: «Proporre – ribadisce Ramonda – che lo Stato legalizzi e magari tragga profitto dall’uso di droghe per poi finanziare percorsi di recupero, è perversione ideologica. L’esperienza con il gioco d’azzardo ci indica che le dipendenze aumentano e i costi sociali sono altissimi. Legalizzare l’uso di droghe, o la prostituzione come vorrebbe Salvini, significa rendere socialmente accettate e condivisibili attività che creano danni enormi alla persona e alla società».

Per Ramonda, quindi, chi ricorre alle droghe esprime un disagio che va colto in profondità e non può essere banalizzato per ottenere qualche voto in più: «Anziché offrire cannabis – rilancia il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII -, i nostri parlamentari offrano un modello coerente: rinuncino ai privilegi, cerchino davvero il bene comune a partire dai più deboli, agiscano con onestà e trasparenza anche quando c’è da pagare di persona. Allora si spezzerà quel clima di disillusione che aleggia tra i giovani».

About Davide De Amicis (4532 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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