“Responsabilità e resilienza per superare l’emergenza con una solida ripresa”
"La crisi non è terminata – ricorda il presidente Mattarella - e tanto le Istituzioni quanto i Cittadini, dovranno ancora confrontarsi a lungo con le sue conseguenze e con i traumi prodotti anche nelle dimensioni più intime della vita delle persone"
«La ricorrenza di quest’anno vede l’Italia, insieme alla Comunità Internazionale, impegnata a contrastare una crisi sanitaria, sociale ed economica senza precedenti». Lo ha scritto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che oggi ha dapprima reso gli omaggi all’Altare della patria di Roma per poi visitare la popolazione di Codogno (Lodi) dove si è sviluppato il primo focolaio di Coronavirus, in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, in occasione del 74° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana: «Le Forze Armate, con il loro contributo – scrive il Capo dello Stato -, si sono dimostrate ancora una volta una risorsa di alta professionalità, dotata di spirito di sacrificio ed efficienza su cui la Repubblica sa di poter contare. I militari offrono quotidianamente testimonianza di generosità e abnegazione attraverso uno sforzo encomiabile nelle corsie degli ospedali, sulle strade e nel territorio per la sicurezza, in cielo e in mare per il trasporto logistico-sanitario. Le precauzioni e le restrizioni, necessarie per fronteggiare la difficile congiuntura sanitaria, non consentono di svolgere né la tradizionale sfilata a Roma né le manifestazioni locali, nelle quali è essenziale il contributo delle Forze Armate. I valori di rispetto dei diritti, solidarietà, umanità, che animano costantemente il vostro operato, in Italia e nei teatri di crisi, al servizio della pace, della democrazia e della sicurezza, trovano fondamento nella Costituzione e incontrano la riconoscenza dei nostri concittadini. Nel celebrare l’anniversario di fondazione della Repubblica, rivolgo un deferente pensiero a quanti hanno sacrificato la propria vita in Italia e all’estero, in pace e in guerra».
In un altro messaggio, il presidente Mattarella si è poi rivolto ai prefetti italiani: «La ricorrenza del 2 giugno coincide quest’anno con un momento particolarmente difficile per il Paese – ricorda il presidente della Repubblica -, che si avvia alla ripresa dopo la fase più drammatica dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Le dimensioni e la gravità della crisi, l’impatto che essa ha avuto su ogni aspetto della vita quotidiana, il dolore che ha pervaso le comunità colpite dalla perdita improvvisa di tante persone care, hanno richiesto a tutti uno sforzo straordinario, anche sul piano emotivo. L’eccezionalità della situazione ha determinato difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica, ponendo a tutti i livelli di governo una continua domanda di unità, responsabilità e coesione».
In questa missiva, Mattarella ha reso omaggio a tutti coloro che sono vittime del Coronavirus Covid-19 nell’affrontarlo svolgendo le rispettive professioni: «Rivolgo il mio grato, commosso pensiero a sindaci, sanitari, appartenenti alle Forze dell’ordine e a tutti i pubblici dipendenti deceduti a causa del virus – sottolinea il Capo dello Stato».
Quindi una riflessione sullo scenario che, nell’immediato, la pandemia lascia intravedere per il nostro Paese: «La crisi non è terminata – ricorda il Presidente – e tanto le Istituzioni quanto i Cittadini, dovranno ancora confrontarsi a lungo con le sue conseguenze e con i traumi prodotti anche nelle dimensioni più intime della vita delle persone. La necessità di frenare la diffusione del virus ha imposto limitazioni alla socialità, sacrificando l’affettività e i legami familiari; i più giovani sono stati temporaneamente privati dei luoghi in cui si costruisce e rafforza il senso civico di una collettività, primi fra tutti la scuola e lo sport; distanze e diffidenze hanno accresciuto le situazioni di solitudine e di marginalità delle persone più deboli, esposte a nuove forme di povertà, deprivazione e discriminazione, quando non di odioso sfruttamento. La sospensione delle attività produttive e commerciali ha acuito le difficoltà degli operatori economici, rendendoli, inoltre, più esposti e vulnerabili ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata; nuove emergenze e incertezze incombono sulle prospettive occupazionali di molti comparti da cui dipendono il benessere e la serenità di intere aree del Paese».
Da qui l’appello finale del presidente della Repubblica: «Ma il senso di responsabilità e le doti di resilienza che hanno animato le comunità nei momenti più drammatici della crisi – conclude il messaggio -, vanno ora trasposti in un impegno comune verso gli obiettivi del definitivo superamento dell’emergenza e di una solida e duratura ripresa».