Clima: “È il momento propizio per decisioni concrete non più rinviabili”
"C’è poco spazio per la diplomazia o le soluzioni lente – aggiunge suor Alessandra Smerilli -. Bisogna investire rapidamente nella transizione. Diversi futuri sono possibili. Quello che ci sarà dipende da ognuno di noi. No, quindi, al negazionismo e all’immobilismo, sì invece ad una Chiesa che non rimane sui principi ma che cerca di declinati nel concreto"
Martedì 8 novembre anche il cardinale segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin è intervenuto alla Cop 27, la conferenza sull’emergenza climatica in corso a Sharm el-Sheikh in Egitto: «La crisi socio-ecologica che stiamo vivendo – afferma il porporato – è un momento propizio per una conversione individuale e collettiva e per decisioni concrete che non possono essere più a lungo posticipate. Il lato umano dell’emergenza climatica ci sfida profondamente. Abbiamo il dovere morale di agire concretamente in modo da prevenire e rispondere ai sempre più frequenti e gravi impatti umanitari causati dal cambiamento climatico».
Questo l’appello del cardinale Parolin: «Il crescente fenomeno dei migranti – denuncia – ne è un segno preoccupante. Purtroppo dobbiamo ammettere che eventi globali come il Covid-19 e il crescente numero nei conflitti nel mondo, con le loro gravi conseguenze etiche, sociali ed economiche, rischiano di minacciare la sicurezza globale esacerbando l’insicurezza alimentare, il multilateralismo incontrollato e perfino cancellare i nostri sforzi qui a Sharm el-Sheikh. Non possiamo permettere che ciò accada. Il cambiamento climatico non ci aspetterà. Il nostro mondo è oggi troppo interdipendente e non può permettersi di strutturarsi in insostenibili blocchi isolati di Paesi».
Da qui la conclusione del segretario di Stato Vaticano: «È tempo di una solidarietà internazionale e intergenerazionale – rilancia -. Dobbiamo essere responsabili, coraggiosi e lungimiranti non solo per noi stessi, ma per i nostri figli». A tal proposito, secondo l’alto prelato, torna attuale il messaggio inviato da Papa Francesco l’anno scorso, durante la Cop-26 a Glasgow: “Le ferite inflitte alla nostra famiglia umana dall’epidemia di Covid-19 e dal fenomeno del cambiamento climatico, sono paragonabili agli effetti di un conflitto globale”. Partendo da questo presupposto, il cardinale Pietro Parolin ha affermato la sua tesi: «La nostra politica – osserva – dovrebbe essere guidata dalla consapevolezza che o vinciamo insieme, o perdiamo insieme. La strada per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi è complessa e abbiamo sempre meno tempo per correggere la rotta. La Cop27 ci offre un’ulteriore opportunità che non può essere sprecata, ma anzi è una sfida da prendere seriamente a partire dai quattro pilastri dell’Accordo di Parigi».
Sulla Cop 27, in occasione della presentazione degli Atti della Settimana sociale di Taranto avvenuta ieri all’Università Lumsa di Roma, è intervenuta anche suor Alessandra Smerilli, segretaria del Dicastero per lo sviluppo umano integrale: «C’è poco spazio per la diplomazia o le soluzioni lente – afferma -. Bisogna investire rapidamente nella transizione. Diversi futuri sono possibili. Quello che ci sarà dipende da ognuno di noi. No, quindi, al negazionismo e all’immobilismo, sì invece ad una Chiesa che non rimane sui principi ma che cerca di declinati nel concreto».