338 mila studenti disabili in Italia, ma solo il 40% delle scuole è accessibile
"C'è una discrepanza di percezione - rileva Carla Garlatti, autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza - che i ragazzi hanno del proprio comportamento come singoli e come parte del gruppo di appartenenza. Se oltre il 70%, infatti, dichiara di essere individualmente “abbastanza o molto accogliente” verso i compagni con disabilità, quando si prende in considerazione il carattere inclusivo del gruppo il 58% trova la propria classe poco inclusiva"
Oggi, martedì 3 dicembre, ricorre la Giornata internazionale delle persone con disabilità che Unicef Italia celebra ricordando che sono quasi 240 milioni i bambini e le bambine disabili nel mondo. In Italia, stando ai dati Istat, sono quasi 338 mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado, ovvero il 4,1% del totale. Ciononostante, sono ancora tante le barriere architettoniche. Infatti solo il 40% degli istituti scolastici risulta accessibile per gli studenti con disabilità motoria, mentre solo il 17% è munito di segnalazioni visive per gli alunni con sordità o ipoacusia e ancora meno, circa l’1.2%, hanno le mappe a rilievo e i percorsi tattili necessari agli studenti con cecità o ipovisione: «Garantire un’attenzione ai bambini e agli adolescenti con disabilità nel prossimo Programma per la promozione dei diritti delle persone con disabilità – afferma Carmela Pace, presidente dell’Unicef Italia –, è quanto chiediamo alla ministra della Disabilità Alessandra Locatelli. Abbiamo iniziato con lei un’interlocuzione, anche inviandole delle proposte da inserire nel Piano in elaborazione».
A tal proposito, per Unicef Italia è fondamentale migliorare innanzitutto il sistema di raccolta dati, per poi affrontare i temi del contrasto alla discriminazione, della progettazione universale, dell’educazione di qualità e della presa in carico precoce e omogenea su tutto il territorio nazionale. Tutto questo, senza dimenticare l’ascolto e la partecipazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti con disabilità.
Su questo argomento, da ieri, sul sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) è disponibile il report dal titolo “Scuola e inclusione: dico la mia”, frutto di una consultazione pubblica – promossa anche da Skuola.net – alla quale hanno partecipato oltre 6 mila ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni tra aprile e maggio scorso. A partecipare sono stati soprattutto i quattordicenni (29,7%) e le ragazze (66,4%). Il questionario, da quale spiccavano soprattutto le domande “Quanto i ragazzi ritengono la scuola inclusiva nei confronti dei coetanei con disabilità? Quali interventi migliorativi suggeriscono?”, è stato redatto in collaborazione con la Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Agia: «Uno degli aspetti che più mi colpisce nel leggere i risultati della consultazione – osserva l’Autorità garante, Carla Garlatti – è quello della discrepanza di percezione che i ragazzi hanno del proprio comportamento come singoli e come parte del gruppo di appartenenza. Se oltre il 70%, infatti, dichiara di essere individualmente “abbastanza o molto accogliente” verso i compagni con disabilità, quando si prende in considerazione il carattere inclusivo del gruppo il 58% trova la propria classe poco inclusiva. Questo aspetto rende quanto mai necessario rafforzare nei ragazzi il senso di appartenenza a una comunità e il senso di responsabilità individuale all’interno del gruppo».
Secondo il report, quattro studenti su dieci (46,2%) provano ansia quando entrano a scuola e solo due (20,4%) si sentono sereni, entusiasti o motivati. In caso di bisogno, solo il 44,8% chiede aiuto. Se poi, da un lato, il 74,3% dichiara di essersi sentito escluso a scuola, solamente il 43,5% ammette di aver escluso qualcuno. Il 43,5% ha assistito o è venuto a conoscenza di episodi di bullismo nei confronti di studenti con disabilità e il 36,5% ha dichiarato di non sapere come comportarsi o a chi rivolgersi. Il 22% pensa che il compagno o la compagna con disabilità disturbi il normale svolgimento delle lezioni, al contrario il 46,5% ritiene che non influisca, mentre il 10,4% è convinto che la presenza sia di supporto alle lezioni. Il 21% ha scelto di non esprimersi perché «non ha mai avuto studenti con disabilità in classe». Inoltre, sei su dieci tra i partecipanti alla consultazione non hanno mai chiesto agli insegnanti come comportarsi con un compagno con disabilità. Alla domanda “Gli insegnanti ti hanno mai dato indicazioni su come comportarti?” il 38,2% dichiara di averle avute, mentre il 33,4% afferma di non averle ricevute. Rispetto alla preparazione degli insegnanti di sostegno, la metà (50,5%) pensa che quelli preparati siano pochi.
Parlando poi dell’idoneità degli edifici scolastici all’ospitalità degli studenti disabili, la maggior parte dei ragazzi (53,8%) li trova abbastanza adeguata alle esigenze degli studenti con disabilità fisica, mentre solo il 26,8% li ritiene adeguati a chi ha una disabilità psichica e il 16,2% a chi ha difficoltà sensoriali. Il 58% degli studenti partecipanti al report, ha poi trovato la propria classe poco inclusiva, mentre a livello individuale il 55% dichiara di essere “abbastanza accogliente” e il 21,4% “molto accogliente”. Infine, sei su dieci (62,1%) ritengono che vi siano momenti che tendono a escludere gli alunni con disabilità. Dalla consultazione, inoltre, si evince che, secondo i ragazzi, per essere maggiormente inclusiva la scuola avrebbe bisogno di alcuni interventi. Oltre la metà (52,9%) pensa sia doveroso investire nella formazione dei docenti, mentre l’11,9% pensa sia necessario aumentare il numero degli insegnanti di sostegno. Contano per gli studenti anche le campagne di sensibilizzazione e i momenti di confronto (25%), gli investimenti sugli psicologi scolastici (26,5%) e in edilizia scolastica (30,4%).
La maggior parte dei ragazzi (57,8%) ha dichiarato di non frequentare coetanei con disabilità e solo il 12% di frequentarli spesso. Sei studenti su dieci (60,6%) sono entrati in contatto con ragazzi con disabilità fuori dal contesto scolastico. In particolare: nei centri estivi il 32,6%; in ambito familiare il 23,2%; nei gruppi parrocchiali il 21,5%; nelle associazioni sportive il 18,3%; nelle associazioni di volontariato il 11,9%; nei gruppi scout il 7,3% e ai corsi di musica il 4,9%. Per oltre la metà dei partecipanti alla consultazione (57,8%) esistono contesti più inclusivi della scuola: le associazioni sportive (28,7%), le associazioni di volontariato (23%), gli oratori (20,9%) e le associazioni culturali (18,4%). Inoltre, il 36% ritiene che una volta concluso il percorso scolastico i coetanei con disabilità, se supportati adeguatamente, continueranno un percorso di formazione ma con meno opportunità di altri, il 20,4% pensa che proseguiranno la formazione esattamente come gli altri e il 21,8% afferma che possono correre il rischio di isolarsi a casa senza altre opportunità.