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“Ho trovato una Chiesa acciaccata, ma dopo il lavoro di tanti ora è bella”

"Oggi, con lei che ci guida - sottolinea don Amadeo José Rossi, vicario generale dell'Arcidiocesi di Pescara-Penne -, stiamo vivendo l'avventura bella del Vangelo e un rinnovato slancio pastorale. E la nostra diocesi risplende di vita e di ricerca vera e semplice, perché Dio sia nel cuore di tutti. Vogliamo, in questo giorno, in questa sera, gioire con lei, fare festa con lei e cantare con lei le maraviglie del Signore e del suo amore"

Lo ha affermato venerdì 23 maggio l’arcivescovo Valentinetti, al termine del Gran Concerto “Laudate Dominum” in onore del suo 25° anniversario di episcopato

L'arcivescovo Valentinetti chiude il Gran Concerto "Laudate Dominum" con il suo intervento

Due ore di musica e testimonianze emozionanti per rendere grazie a Dio dei 25 anni di episcopato dell’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti. Tutto questo è stato il Gran concerto “Laudate Dominum” che, la sera di venerdì 23 maggio, ha richiamato centinaia di persone nella chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria a Pescara per ripercorrere l’episcopato del presule, gli ultimi 20 anni dei quali trascorsi alla guida della Chiesa di Pescara-Penne.

Roberta Fioravanti con i Cori riuniti dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne e l’orchestra

È stato questo il secondo e ultimo atto delle celebrazioni, dopo la santa messa presieduta dal presule stesso martedì 20 maggio (giorno dell’anniversario) nella Cattedrale di San Cetteo. Un evento, il Gran Concerto “Laudate Dominum“, svolto sotto la direzione artistica di Roberta Fioravanti, Vincenzo Di Nicolantonio, Andrea Falasca e Gabriele Alfonsi, con l’esibizione dei Cori riuniti dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne accompagnati da un’orchestra sinfonica e ritmica. A questi si sono aggiunti il violinista Paolo Morena, il direttore d’orchestra Paolo Angelucci, il soprano Martina Urbano, il tenore Pierluigi Di Michele e poi musicisti e cantautori del calibro di Alessandra De Luca, Francesco Marranzino e Tony Nevoso.

L’arcivescovo Valentinetti con Don Amadeo José Rossi

La serata ha avuto inizio con il saluto e il messaggio augurale, dedicato a monsignor Valentinetti dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne don Amadeo Josè Rossi: «Eccellenza, sono qui, con tanta emozione nel cuore, cercando di dare voce a ciò che noi, sacerdoti, consacrati, laici, abbiamo nel cuore oggi. Noi siamo la sua diocesi, siamo tutti insieme, la sua sposa, e siamo consapevoli che questo anniversario, 25 anni di consacrazione episcopale, celebra il legame profondo che c’è tra lei e tutti noi. Siamo qui, venuti per festeggiare, come i figli fanno con un padre. Siamo qui per rendere grazie a Dio che l’ha donata a noi, come battezzati attorno al loro pastore. Siamo qui per cantare con lei. Oggi la festeggiamo con un concerto, il canto più bello che il Vangelo ci consegna… “L’anima mia magnifica il Signore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”, così come la sposa che esulta per l’amore dello sposo. Eccellenza, tanti anni sono trascorsi amando, soffrendo, lottando e sognando insieme. Possiamo solo dire che la Parola di Dio, che lei ci ha spezzato e donato, ci ha nutriti e sostenuti nel cammino. Grazie per aver seminato il buon seme della Parola, instancabilmente, in questa Chiesa di Pescara-Penne. Seme che fiorisce sotto il vento dello Spirito, che soffia dove e come vuole. Eccellenza, grazie per averci accolti, sacerdoti, consacrati, consacrate, laici e laiche, sempre, senza mai tirarsi indietro, con il coraggio dell’amore nella verità. E mi permetta di dirlo, con sfumature di tenerezza e comprensione che, forse, sono nascoste agli occhi della maggior parte della gente, ma che a noi sono note per il rapporto personale che ha saputo stabilire con chiunque l’ha cercata con cuore sincero. Oggi, con lei che ci guida, stiamo vivendo l’avventura bella del Vangelo e un rinnovato slancio pastorale. E la nostra diocesi risplende di vita e di ricerca vera e semplice, perché Dio sia nel cuore di tutti. Vogliamo, in questo giorno, in questa sera, gioire con lei, fare festa con lei e cantare con lei le maraviglie del Signore e del suo amore. Grazie».

Il concerto ha avuto inizio con l’esecuzione della Meditazione da Thaïs di Jules Massenet, seguita dall’inno “In Verbo Domini” (scritto dal maestro Sante Centurione, su ispirazione del motto episcopale dell’arcivescovo Valentinetti). Quindi Tony Nevoso ha cantato i suoi noti brani “Ho bisogno di te” e “Non c’è fallimento”, accompagnato agli archi da Giulio Gentile. E ancora il medley “Ho incontrato te, Gesù” di Alessandra De Luca e Francesco Marranzino, il brano “Lo avete fatto a me” di Fabio Massimillo, l’inno Pacem in terris. La compagnia teatrale “Libera il cuore” ha poi riproposto alcuni brani dell’opera rock musical “Il Risorto” di Daniele Ricci, portata in scena nei teatri oltre un decennio fa. Nel finale è stato eseguito il Salmo 150, il medley “Non saremo mai soli” di Vincenzo Di Nicolantonio che, come ultimo brano della serata, ha cantato “Maria donna della Parola” scritto proprio da monsignor Tommaso Valentinetti con l’arrangiamento di Mario Rosini.

L’orchestra e il pubblico presenti

Al termine del Gran Concerto “Laudate Dominum” è stato quindi il presule, riconoscente e commosso, a prendere la parola: «Io vi dico una sola parola, che mutuo dal saluto del vicario generale dell’Arcidiocesi don Amadeo Josè Rossi, quando ha fatto accenno per ben due volte alla Chiesa come la sposa. Questo motivo dell’essere sposo della Chiesa l’ho portato sempre con me, perché quando ho deciso di diventare sacerdote, avevo la grande decisione se sposarmi con una donna o diventare sacerdote. La bilancia, davanti alla grotta di Lourdes, ha pesato per l’essere sacerdote. La persona con cui avrei potuto sposarmi, la settimana scorsa è tornata alla patria del cielo e la cosa bella è che la cognata mi ha invitato ad andare a darle l’ultima benedizione. È stato anche quello un momento straordinariamente bello, perché si era stabilita una sintonia non vedendoci, non sentendoci quasi mai, di rendimento di grazie al Signore per quello che eravamo».

Nell’ultima parte del suo intervento, l’arcivescovo Valentinetti ha fatto quindi un considerazione sul cammino compiuto dalla Chiesa di Pescara-Penne negli ultimi suoi 20 anni di episcopato: «Ma la sposa della Chiesa che ho trovato, non voglio fare accuse – precisa l’arcivescovo -, l’ho trovata un po’ acciaccata, l’ho trovata con un abito nuziale non troppo smagliante. Però, immediatamente, i “sarti” di cui mi sono circondato si sono dati da fare per rifare l’abito nuziale e adesso la sposa è bella. È una bella sposa, com’è testimoniato da questo momento bello ed è testimoniato dal momento eucaristico che abbiamo vissuto martedì sera. Ora la sposa è fatta di tante persone e tanti di loro contribuiscono a creare una sposa bella, ma c’è anche qualcuno che non contribuisce e fa sentire qualche sofferenza. Ma quale matrimonio è perfetto? Nessun matrimonio lo è. Le mogli e i mariti che sono qui presenti lo sanno. E allora il mio sogno è che la bellezza di questa sposa cresca almeno per altri due anni. Poi il Signore manderà un altro sposo che la renderà sicuramente eccellente e superlativa. Questo lo dico anche in appendice alle ultime parole di Enzo Bianchi, quelli che sono stati a messa e avranno sentito l’omelia, quando mi ha detto “Tommaso, io ti dico non ti preoccupare di pascere, ma ama queste pecore, ama questi agnelli”. Ce la sto mettendo tutta, perdonatemi se non ci riesco».

About Davide De Amicis (4673 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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