Schiavitù: un’ingiustizia senza fine
«Disgraziatamente la schiavitù non è stata ancora confinata ai libri di storia. È spaventoso vedere come ancor oggi gli esseri umani siano messi in vendita o costretti al lavoro forzato o alla prostituzione». Lo ha affermato Cecilia Malmström, commissaria dell’Unione Europea agli Affari interni, presentando la “Strategia comunitaria per l’eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016)” cogliendo l’occasione per esprimere anche delle valutazioni sulla tratta di bambini, donne e uomini di ogni età che ancora si denota nel mondo e, ugualmente, nel vecchio continente.
La strategia proposta dall’Esecutivo europeo, che ora dovrà passare attraverso la valutazione del Consiglio e del Parlamento, comprende un insieme di misure concrete e pratiche da attuare ne i prossimi cinque anni, fra cui spiccano l’istituzione di unità nazionali di contrasto specializzate nella tratta di esseri umani e la creazione di squadre investigative comuni europee incaricate di perseguire i casi di tratta transfrontaliera: «Scopo centrale della nostra iniziativa – ha precisato il Commissario europeo agli Affari interni – è fare in modo che le vittime ottengano sostegno e che i trafficanti siano consegnati alla giustizia. Siamo ancora lontani dall’ottenerlo, ma il nostro fine non può che essere questo: eliminare la tratta di esseri umani».
Tra l’altro, la Commissione segnala che centinaia di migliaia di persone sono oggetto di tratta ogni anno nell’Unione Europea. Si parla soprattutto di individui in situazioni vulnerabili relative allo sfruttamento sessuale, al lavoro forzato, all’espianto di organi, all’accattonaggio e all’adozione illegale. La strateg ia di contrasto, tra l’altro, comprende la prevenzione, la protezione e il sostegno alle vittime, nonché l’azione penale rivolta nei confronti dei trafficanti. E ancora identifica alcune priorità fra le quali il sostegno all’istituzione di unità nazionali dedicate al contrasto alla tratta di essere umani, la creazione di squadre investigative comuni con il coinvolgimento di Europol ed Eurojust, la comunicazione chiara alla vittime dei diritti di cui godono, l’istituzione di una “Coalizione europea delle imprese” contro la tratta di esseri umani indirizzata al lavoro illegale, il sostegno a progetti di ricerca che studino Internet e le reti sociali considerandoli strumenti di reclutamento sempre più attivi.
Del resto, in materia di lavoro forzato, i dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro parlano chiaro, stabilendo che in tutto il mondo sono 20,9 milioni le vittime di lavoro forzato, compreso lo sfruttamento sessuale, tra cui 5,5 milioni di minori. Secondo Europol, invece, i minori costretti a compiere attività criminali sono acquistati come merci al prezzo di 20 mila euro.