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Malati: “Vanno amati non per pietà, ma solo e soltanto per amore”

"È fondamentale - spiega don Giancarlo Mandelli, direttore della Pastorale della salute dell'Arcidiocesi di Pescara-Penne - che il cristiano prenda coscienza della necessità di compiere un cammino al fianco del malato, ma non tanto in ospedale – dove i pazienti sono già accompagnati – quanto sul territorio e presso le famiglie, dove i malati sono più isolati. Per tradurre questo in pratica, come Consulta diocesana di Pastorale della salute abbiamo già attivato un tavolo tecnico con la partecipazione dell’arcivescovo Valentinetti, che farà le opportune valutazioni. A quel punto si partirà"

Lo ha affermato l’arcivescovo Valentinetti, martedì 11 febbraio, presiedendo la messa nella 33ª Giornata mondiale del malato

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia

Martedì 11 febbraio, memoria liturgica di Nostra Signore di Lourdes, è stata intensa la partecipazione alla 33ª Giornata mondiale del malatodal tema “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5”) – nella Chiesa di Pescara-Penne, che ha dato vita ad un pomeriggio di riflessione, preghiera e convivialità nella chiesa della Visitazione delle Beata Vergine Maria a Pescara. Qui sono intervenuti decine di malati accompagnati dai volontari dell’Unitalsi e delle altre associazioni e movimenti che collaborano nella Pastorale della salute.

Don Giancarlo Mandelli, direttore della Pastorale della salute dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne

Dopo l’accoglienza, nel salone parrocchiale, alcuni relatori il genetista Giandomenico Palka, la presidente pescarese dell’Associazione nazionale medici cattolici Giuliana Mambella e la consigliera comunale Giuseppina D’Angelo hanno dapprima riflettuto sul tema “La Pastorale della salute sul territorio”: «Papa Francesco, col suo messaggio – spiega don Giancarlo Mandelli, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della salute -, ci invita ad accompagnare i nostri fratelli. È fondamentale che il cristiano prenda coscienza della necessità di compiere un cammino al fianco del malato, ma non tanto in ospedale – dove i pazienti sono già accompagnati – quanto sul territorio e presso le famiglie, dove i malati sono più isolati. Per tradurre questo in pratica, come Consulta diocesana di Pastorale della salute abbiamo già attivato un tavolo tecnico con la partecipazione dell’arcivescovo Valentinetti, che farà le opportune valutazioni. A quel punto si partirà».

Fedeli e malati presenti nella chiesa della Visitazione della B.V. Maria

Quindi è stato lo stesso presule a presiedere la santa messa: «Abbiamo ascoltato la prima lettura, il libro della Genesi (Gn 1,202,4a), che ci ha rappresentato un’immagine idilliaca del creato, delle cose che servono per il nutrimento del corpo, e un’immagine idilliaca anche dell’uomo e della donna, tanto da far dire all’autore del libro della Genesi “Che Dio vide che era cosa molto buona”. Allora, se il creato è buono, se il creato è bello, se l’uomo è creato buono, sano, bello, la grande domanda è come mai la sofferenza? Come mai la malattia? Qual è il rapporto tra questa bellezza del creato, questa bellezza dell’umanità e la fatica di vivere una logica di cammino complesso? Perché, diciamoci la franca verità, ogni malattia, qualunque malattia, ha una logica molto complessa, che alle volte porta a dire “ma Dio dov’è? Dio perché”. La risposta non è facile, è tanto complessa quanto è complessa la storia della sofferenza e della malattia di tutti coloro che la sperimentano. Ma una risposta c’è, se andiamo a leggere con attenzione la pagina del Vangelo (Mc 7,1-13). Che cosa aveva fatto il popolo di Israele? Aveva scambiato il vero amore per il Signore con osservanze esteriori, osservanze che stavano alla periferia della persona, chiamate “tradizione degli antichi”. Cioè, aveva tolto dal centro della bellezza della creazione la logica dell’amore. E quando dentro una storia, non la nostra storia singola, non la vostra storia singola, ma quando dentro la storia dell’umanità, dentro la storia delle fedi, dentro la storia delle religioni noi togliamo l’amore, inevitabilmente entriamo in una logica di fatica, di sofferenza. Entriamo in una logica dove non riusciamo più a spiegare la nostra storia, la nostra vita, la nostra esistenza».

Parte da questo presupposto l’invito dell’arcivescovo di Pescara-Penne: «È l’amore che cambia tutto – sottolinea monsignor Valentinetti -, è l’amore che cambia la nostra vita. Si può amare dentro una storia, una vicenda, dove si portano le fatiche di un’esistenza difficile. Si può e si deve amare, e non per pietà, per coloro che circondano la vita di queste persone – e questa sera siete tanti – non per commiserazione, ma per amore, per amore e solo per amore. Questo riporta la creazione alla sua primitiva situazione. E anche quando si sperimentano le fatiche di una vita difficile, poter dire con il Signore “E Dio vide ed era cosa molto buona”. Capisco che questo è un mistero, ma al suo interno possiamo trovare la spiegazione logica di un’esistenza che molti possono considerare difficile e inutile, mentre invece è un’esistenza bella e preziosa davanti a Dio».

Al termine dell’omelia, la preghiera di affidamento: «Che la Vergine Santa di Lourdes – conclude l’arcivescovo -, ci illumini con la sua intercessione davanti a Dio e ci faccia comprendere quanto è importante svincolarci dalle logiche meschine e senza amore, ed entrare nella logica vera della risposta d’amore al Signore che ci chiama. Amen».

About Davide De Amicis (4598 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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