“Il mondo ha bisogno di una Parola di Dio meditata e messa in pratica”
"Dobbiamo forse ripensare la nostra evangelizzazione - esorta l'arcivescovo Valentinetti -. Dobbiamo ripensare la nostra testimonianza, dobbiamo ripensare il nostro impegno ecclesiale, perché altrimenti è bello onorare i santi, ma onorarli e non portare la parola di vita - che i santi hanno vissuto e per cui hanno dato la vita - serve a poco"

Lo scorso mercoledì 7 maggio l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, nella chiesa di San Domenico a Penne, ha presieduto la santa messa in occasione del patrono della città vestina e compatrono dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne, alla presenza delle autorità civili e militari a partire dal sindaco Gilberto Petrucci: «Felice occasione che ci vede a celebrare i divini misteri – esordisce il presule -. Ci affidiamo alla Sua intercessione per la nostra vita, per la nostra Chiesa diocesana».

Nell’omelia, l’arcivescovo Valentinetti ha rivolto un pensiero ai cardinali che, negli ultimi giorni, si sono riuniti in Conclave eleggendo poi il cardinale Robert Francis Prevost nuovo Papa con il nome di Leone XIV: «In questi giorni – ricorda l’arcivescovo di Pescara-Penne – i cardinali che si sono riuniti a Roma per esprimere le loro opinioni, le loro riflessioni sul cammino della Chiesa e quindi sul cammino di chi doveva poi essere il pastore supremo della Chiesa, il Santo Padre. Più volte, nelle Congregazioni, è risuonato l’impegno della Chiesa all’evangelizzazione. D’altra parte, non potrebbe essere diversamente. Gesù, ascendendo al cielo, dà proprio il mandato dell’evangelizzazione… “Andate in tutto il mondo, annunciate il Vangelo ad ogni creatura e battezzate in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. E la comunità primitiva, la comunità degli Apostoli, Paolo aggregato al gruppo degli apostoli a causa della rivelazione che lui aveva avuto, ha vissuto questo mandato dell’evangelizzazione».
A tal proposito, facendo anche riferimento alle letture del giorno, l’alto prelato ha fatto un riferimento alle gesta di San Massimo: «Fin dal primo momento – denota l’arcivescovo -, e qui la pagina del Libro degli Atti lo dimostra in maniera molto chiara, la logica dell’evangelizzazione è stata contraddetta. Evangelizzare non è facile e particolarmente non è stato mai facile, ma particolarmente non è facile anche ai nostri tempi. Ma, comunque sia, si sperimenta molto spesso una contraddizione all’evangelizzazione. Uno dei primi martiri, il protomartire della Chiesa è Santo Stefano, ma noi questa sera stiamo celebrando l’Eucaristia in memoria di un altro martire, San Massimo. E la Chiesa è stata costellata costantemente dal sangue dei martiri. Soprattutto quando inizia il cammino dell’evangelizzazione, questo è un cammino contraddetto, particolarmente in alcune situazioni, in alcune circostanze. Ma, probabilmente, la contraddizione peggiore è quella dell’indifferenza, è quella di non avvertire l’accoglienza di un messaggio salvifico, è quella di non avvertire che in qualche modo il Signore – e questo ce lo dice nella pagina del Vangelo – ci chiede di sederci alla sua mensa. “Io sono il pane della vita, chi viene a me non avrà fame, chi crede in me non avrà sete, mai. Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppur non credete”. Questo Gesù lo sottolinea ai giudei, ai sommi sacerdoti, agli scribi, ai farisei».

Ma, attraverso monsignor Valentinetti, lo sottolinea anche a noi: «Noi – interroga il presule – siamo a posto di fronte a questa Parola? “Io sono il pane della vita, chi viene a me non avrà fame, chi crede in me non avrà sete, mai. Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppur non credete”. Questo tempo che stiamo vivendo lo chiamo del “distacco dal cristianesimo”, ed è un distacco che si sta facendo sempre più nella totale indifferenza anche di coloro che credono. E noi dobbiamo forse ripensare la nostra evangelizzazione. Dobbiamo ripensare la nostra testimonianza, dobbiamo ripensare il nostro impegno ecclesiale, perché altrimenti è bello onorare i santi, ma onorarli e non portare la parola di vita – che i santi hanno vissuto e per cui hanno dato la vita – serve a poco».
Da qui l’invito dell’arcivescovo Valentinetti: «Ecco, io credo che la festa di un santo martire – esorta – ci dia la possibilità di fare un grosso esame di coscienza. Qual è il mio impegno nella fede? Qual è il mio impegno nella trasmissione della fede? Qual è il mio impegno nella testimonianza della fede? E soprattutto, l’altro esame di coscienza è “dove vado a mangiare?”. Certo, vado a mangiare al pane eucaristico tutte le domeniche, ma c’è un altro pane che forse deve nutrire la nostra spiritualità, il pane della Parola. C’è una sete. Il Cardinal Re, celebrando la “Missa pro eligendo Pontifice”, ha ripetuto che “la Chiesa oggi deve molto a un mondo che si aspetta tanto”. Ma si aspetta che cosa, se non una Parola di Dio letta, meditata, ruminata e messa in pratica».

Quindi un pensiero di riconoscenza espresso infine dall’arcivescovo: «Allora – invita monsignor Tommaso Valentinetti -, ringraziamo il Signore di questo tempo che stiamo vivendo, in cui facciamo questa riflessione, ma ringraziamo soprattutto l’intercessione di chi nel passato ha vissuto l’esperienza dell’evangelizzazione, anche se contraddetta, ma che non è stata sufficiente, perché San Paolo nella lettera ai Romani ci ha ricordato che “né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio“, che è in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen».
Al termine della santa messa, il busto di San Massimo è stato portato in processione nelle vie del centro storico di Penne.